Pensione 2026: tutte le novità della manovra
Pensione 2026: dal Tfr nei fondi integrativi a Quota 41 e stop all’aumento dell’età pensionabile. Tutte le novità allo studio del governo.
La questione pensione 2026 sarà al centro della prossima Legge di Bilancio. Il governo valuta modifiche su Tfr, uscita anticipata e nuove formule di flessibilità. Tra le ipotesi ci sono Quota 41, stop all’aumento automatico dell’età pensionabile e incentivi per i fondi integrativi.
Riforme su Tfr e previdenza integrativa nei fondi pensione
Dal 2026 il Tfr dei nuovi assunti potrebbe confluire automaticamente nei fondi pensione. Chi non vorrà aderire dovrà dichiararlo entro sei mesi. Questo meccanismo di “silenzio-assenso al contrario” punta a incentivare la previdenza complementare, così da affiancare l’assegno pubblico con una rendita aggiuntiva. Il governo intende rafforzare la deducibilità fiscale per i versamenti volontari, aumentando l’attuale limite di 5.164 euro annui. L’obiettivo è stimolare soprattutto i giovani, oggi poco propensi ad aderire.
Si discute anche di una pensione a 64 anni utilizzando parte del Tfr maturato come integrazione per raggiungere la soglia minima prevista dalla legge. I sindacati esprimono perplessità: temono che il Tfr, nato come salario differito, venga utilizzato per coprire lacune del sistema.
Quota 41 e superamento del sistema a quote
Tra le ipotesi sul tavolo figura la Quota 41: uscita anticipata con almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età. Tuttavia l’assegno verrebbe ridotto in base agli anni di anticipo rispetto alla pensione ordinaria. Restano da definire criteri e percentuali, con possibili correttivi per i redditi più bassi.
Il governo sembra intenzionato a superare il sistema delle quote, ritenuto oneroso e complicato. Quota 103 potrebbe sparire, mentre resterebbe l’Opzione Donna, sebbene con importi contenuti. Tra le misure quasi certe figura il bonus Giorgetti, che permette di trattenere in busta paga la quota contributiva destinata all’INPS a chi sceglie di restare al lavoro nonostante i requisiti maturati.
Età pensionabile e sostenibilità dei conti
Un tema centrale riguarda l’adeguamento automatico dell’età alla speranza di vita. Dal 2027 l’età per la pensione potrebbe aumentare, ma il governo valuta di bloccare l’innalzamento, operazione che costerebbe circa 300 milioni annui. Si ipotizzano anche rinvii limitati di pochi mesi per contenere l’impatto.
Intanto la spesa previdenziale continua a crescere: a fine 2024 ha toccato i 364 miliardi di euro, pari al 16% del Pil. Le proiezioni indicano un ulteriore aumento fino al 17,1% nel 2040, quando andranno in pensione i baby boomer. L’età media effettiva di uscita è già salita a 64,8 anni, sette in più rispetto al 1995.
La riforma delle pensioni 2026 si muove tra esigenze di flessibilità per i lavoratori e necessità di sostenibilità per i conti pubblici. Tfr, Quota 41, fondi integrativi e stop all’aumento dell’età sono i nodi cruciali della prossima manovra. Le decisioni definitive arriveranno con la Legge di Bilancio.