Pensioni 2026: rivalutazione e manovra, cosa cambia
Pensioni 2026: rivalutazione al 100% per assegni bassi, 90% e 75% per redditi più alti. Ipotesi su Tfr, Fornero e tagli fiscali in manovra.
La rivalutazione delle pensioni 2026 sarà uno dei capitoli più delicati della prossima legge di Bilancio. L’adeguamento automatico agli indici Istat, basato su un’inflazione stimata all’1,7% per il 2025, peserà sui conti pubblici circa 5 miliardi di euro lordi. Il meccanismo introdotto nel 2025 differenzia la percentuale di incremento a seconda dell’importo, favorendo gli assegni più bassi e riducendo l’aumento per quelli più alti. Sul tavolo del governo anche nuove ipotesi di riforma per garantire sostenibilità e flessibilità in uscita.
Rivalutazione pensioni e fasce di reddito
Il calcolo della rivalutazione parte dal tasso di inflazione acquisito e viene applicato in misura diversa in base al reddito. Le pensioni fino a quattro volte il minimo (2.394,44 € al mese) beneficiano del 100% dell’adeguamento, mentre quelle tra quattro e cinque volte il minimo ottengono il 90%. Per importi superiori, l’aumento si ferma al 75%. Questo sistema favorisce circa l’80% dei pensionati, che percepiscono meno di 2.500 € lordi al mese e assorbono oltre metà della spesa previdenziale. Il trattamento minimo 2025 è fissato a 616,67 €, con un incremento straordinario del 2,2%.
Manovra 2026 e ipotesi di intervento
Per coprire i 5 miliardi della rivalutazione, il governo valuta più strade. Una riguarda l’uso del Tfr come rendita integrativa, che permetterebbe l’uscita già a 64 anni. Altro tema caldo è il blocco dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero, il cui congelamento costerebbe circa 3 miliardi. L’esecutivo punta anche sui risparmi sugli interessi del debito, stimati in 13 miliardi in due anni, come risorsa per finanziare nuove misure. Sul piano politico, Forza Italia propone tagli all’Irpef, agevolazioni su straordinari e tredicesime, mentre Noi Moderati chiedono sgravi fiscali per i giovani lavoratori e più fondi per scuola e volontariato.
La rivalutazione delle pensioni 2026 garantisce un adeguamento legato all’inflazione, con incrementi pieni solo per gli assegni più bassi. Questo sistema permette di tutelare la maggioranza dei pensionati, ma al tempo stesso richiede coperture significative per i conti pubblici. Tra proposte di utilizzo del Tfr, possibili blocchi alla legge Fornero e risparmi sul debito, il governo cerca un equilibrio che tuteli i cittadini senza pesare eccessivamente sul deficit. Le scelte finali della manovra saranno decisive per il futuro previdenziale