Personale ATA escluso dal decreto scuola 2025: dura protesta di FederATA
Il sindacato FederATA denuncia l'esclusione del personale ATA dai benefici del nuovo decreto scuola e annuncia lo stato di agitazione.
Il decreto scuola 2025 è stato approvato, ma il personale ATA è escluso dai benefici. Mentre il Ministro Valditara elenca i vantaggi per i docenti, il sindacato FederATA denuncia un "oltraggio sistematico". Secondo il sindacato, la categoria è ancora una volta dimenticata. Si profila uno stato di agitazione e una possibile paralisi del sistema scolastico.
Il decreto scuola 2025: cosa prevede
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva, nella seduta del 28 ottobre 2025, la conversione in legge del decreto 9 settembre 2025, n. 127. Il testo introduce misure urgenti per la scuola, focalizzandosi sulla riforma dell'esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e su interventi per assicurare il regolare avvio dell'anno scolastico 2025/2026. Il Ministro dell'Istruzione, Valditara, ha commentato positivamente l'approvazione, elencando i benefici attesi. Tra questi, figurano maggiori risorse economiche in busta paga per i docenti, finanziamenti aggiuntivi per il piano "Agenda Sud", un rafforzamento della sicurezza nelle infrastrutture scolastiche e una revisione della formazione dei docenti.
La dura reazione di FederATA
A fronte di questo scenario, la reazione di FederATA, sindacato che si definisce l'unico rappresentante specifico del personale ATA, è stata immediata e severa. L'organizzazione sindacale ha bollato l'approvazione della legge come un "fallimento istituzionale". In una nota ufficiale, il sindacato denuncia quello che definisce "l'ennesimo sconsiderato atto di disprezzo" verso la categoria dei lavoratori ATA (Amministrativi, Tecnici e Ausiliari). Secondo FederATA, si tratta di un oltraggio sistematico nei confronti di figure professionali che sono indispensabili per il funzionamento quotidiano di ogni istituto scolastico.
Personale ATA: i motivi della protesta
Il cuore della protesta del personale ATA risiede nella totale esclusione dai benefici economici e normativi introdotti dal decreto. Il sindacato evidenzia una disparità di trattamento, sottolineando come vengano destinate "risorse significative a docenti e dirigenti scolastici", inclusa l'estensione della carta docenti ai precari, mentre per il comparto ATA non sarebbe previsto "nulla". FederATA accusa l'Esecutivo di replicare le politiche della "Buona Scuola" (Legge 107/2015), vedendo in questa strategia un "piano politico" mirato alla progressiva marginalizzazione della categoria.
Stato di agitazione e richieste
Il sindacato rivendica il rispetto e la pari dignità all'interno del Contratto Collettivo Nazionale Istruzione e Ricerca, sostenendo che i compiti del personale ATA sono fondamentali quanto quelli del personale docente. In risposta alla nuova legge, FederATA ha proclamato lo stato di agitazione permanente. L'organizzazione si appella alla classe politica affinché ponga fine a questa "compressione" del personale. Chiedono una correzione normativa rapida che garantisca investimenti, tutela e una progressione di carriera analoga a quella di altri comparti ministeriali. In assenza di risposte, minacciano una "sequenza inarrestabile di azioni di protesta" con l'obiettivo di paralizzare il sistema scolastico nazionale.