Referendum separazione delle carriere, CNDDU: 'Formare cittadini consapevoli nelle classi quinte superiori'

Un approfondimento sulla separazione delle carriere per formare cittadini consapevoli nelle classi quinte della scuola secondaria superiore.

A cura di Scuolalink Scuolalink
24 dicembre 2025 11:00
Referendum separazione delle carriere, CNDDU: 'Formare cittadini consapevoli nelle classi quinte superiori' - Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
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Il dibattito sulla separazione delle carriere rappresenta un momento cruciale di crescita civile. La scuola deve guidare gli studenti verso una scelta consapevole, analizzando con rigore giuridico le riforme che impattano sull'equilibrio dei poteri dello Stato.

Il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati come occasione di alta formazione civica e costituzionale nelle classi quinte della scuola secondaria di secondo grado

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama l’attenzione delle istituzioni scolastiche sull’opportunità – e sulla responsabilità educativa – di promuovere, nelle classi V degli istituti secondari di secondo grado, un percorso di approfondimento giuridicamente rigoroso e culturalmente pluralista in merito al referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati.

Il quesito referendario mira all’abrogazione delle disposizioni dell’ordinamento giudiziario che consentono il passaggio di funzioni tra magistratura giudicante e magistratura requirente, introducendo l’obbligo di un’unica e definitiva scelta di carriera e prevedendo l’istituzione di due distinti Consigli Superiori della Magistratura. Tale proposta incide su profili di rilevanza costituzionale primaria, coinvolgendo i principi di autonomia e indipendenza della magistratura, l’equilibrio tra i poteri dello Stato e le garanzie del giusto processo.

In questo quadro, la scuola è chiamata a svolgere un ruolo centrale nella formazione di cittadini consapevoli, capaci di comprendere la complessità delle opzioni normative sottoposte al corpo elettorale. Il Coordinamento ritiene pertanto imprescindibile che gli studenti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età siano messi nelle condizioni di conoscere, in modo completo e non pregiudiziale, le argomentazioni favorevoli e contrarie al quesito referendario, al fine di esercitare il diritto di voto secondo criteri di informazione, razionalità e responsabilità civica.

L’analisi della separazione delle carriere non deve essere ridotta a una contrapposizione ideologica, ma ricondotta a un esame critico delle sue implicazioni giuridiche e sistemiche: dalla configurazione del pubblico ministero nel processo penale, al principio di terzietà del giudice, fino agli effetti sull’assetto complessivo della giurisdizione e sulla tutela dei diritti fondamentali. In tal senso, il dibattito in ambito scolastico rappresenta un autentico laboratorio di educazione costituzionale e di cittadinanza attiva.

Il Coordinamento rivolge dunque un formale appello alle istituzioni scolastiche affinché, nella seconda metà di marzo, avviino percorsi strutturati di informazione e approfondimento, valorizzando in particolare il contributo del personale docente appartenente alla classe di concorso A046 – Discipline giuridiche ed economiche. Attraverso laboratori didattici, workshop tematici, simulazioni di consultazioni referendarie, dibattiti argomentativi e iniziative di sensibilizzazione, sarà possibile trasformare un tema di attualità istituzionale in un’esperienza formativa ad alto valore civico.

Educare alla legalità e ai diritti umani significa anche educare al confronto sulle riforme dell’ordinamento dello Stato, fornendo agli studenti strumenti interpretativi adeguati per orientarsi tra fonti normative, principi costituzionali e conseguenze concrete delle scelte politiche. Portare il referendum nelle aule scolastiche equivale a riconoscere gli studenti come soggetti attivi dell’ordinamento democratico, titolari di diritti politici e chiamati a esercitarli con piena consapevolezza.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani conferma la propria disponibilità a collaborare con le scuole in questo percorso, nella convinzione che una democrazia matura si fondi su una cittadinanza informata, critica e partecipe, e che la scuola rappresenti il luogo privilegiato per la costruzione di tale consapevolezza.

prof. Romano Pesavento presidente CNDDU

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