Rinnovo Contratto Scuola: l'intervista a Libero Tassella (SBC)
Libero Tassella (SBC) ci illustra le priorità e le sfide salariali legate al rinnovo del Contratto Scuola tra inflazione reale e merito.
Il rinnovo del Contratto Scuola è al centro del dibattito sindacale. Libero Tassella (SBC) analizza la perdita di potere d'acquisto e le strategie per garantire stipendi dignitosi a tutto il personale, rifiutando logiche di welfare a scapito degli aumenti tabellari.
La sfida economica: rinnovo contrattuale e potere d'acquisto
L'inflazione ha eroso drammaticamente il potere d'acquisto del personale scolastico, rendendo il rinnovo del contratto una priorità assoluta. Il dibattito si concentra sulla tensione tra aumenti tabellari per tutti e la strategia ministeriale che punta sul merito docenti e su figure accessorie retribuite a parte. Serve chiarire se SBC sia disposta ad accettare forme di welfare aziendale sostitutivo o se manterrà una linea intransigente sugli aumenti in busta paga.
Quale cifra netta minima chiedete per recuperare il potere d'acquisto perso?
«La retribuzione docente ha subito una compressione notevole in questi anni per i ritardi dei rinnovi contrattuali, ma soprattutto perché gli aumenti sono parametrati sull'inflazione programmata e non sull'inflazione reale. Gli ultimi due contratti sono stati pessimi e hanno compresso ancor più il potere di acquisto di stipendi che con l'ultimo contratto 22/24 hanno recuperato solo il 6% a fronte di un'inflazione nel periodo 22/24 del 18%. Ma i due contratti successivi a quello firmato lo scorso 5 novembre 2025 (22/24) con oltre 10 mesi di ritardo, si annunciano anch’essi molto al di sotto dell'inflazione.
Insomma, fino al 2030 la perdita del potere d'acquisto degli insegnanti sarà destinata a crescere ancora. Ecco perché a nostro avviso i contratti si devono chiudere per tempo e l'intero aumento contrattuale deve essere completamente defiscalizzato, deve essere parametrato sull'inflazione reale, mentre per i precari, anche al fine di evitare l'entità del fenomeno, devono essere previsti gli stessi istituti contrattuali degli insegnanti di ruolo nonché la ricostruzione di carriera. Inoltre, noi pensiamo che debba essere anche accelerata la progressione di carriera degli insegnanti. Per questo ci vuole una forte pressione degli insegnanti e dei sindacati maggiormente rappresentativi di categoria».
Siete contrari a figure retribuite extra come il tutor a scapito del tabellare?
«Chiariamo subito, le scuole che saranno sempre più complesse ed estese avranno bisogno del middle management che dovrà svolgere, nelle unità scolastiche autonome con un numero consistente di plessi, un lavoro organizzativo, gestionale e di coordinamento cioè un lavoro del tutto differente dalla docenza. Siamo contrari però che siano scelti dal DS per evitare il clientelismo che oggi ormai dilaga nelle scuole autonome. Si tratta di insegnanti da esonerare dall'insegnamento ma che non siano pagati più dei docenti altrimenti si dà un segnale negativo e cioè che il fare altro dall'insegnamento sia più importante dell'insegnamento stesso.
Noi crediamo che il middle management debba essere reclutato con concorsi per esami e titoli, debba essere esonerato e debba essere assunto nelle scuole attraverso graduatoria di merito provinciale. Inoltre, crediamo che il management scolastico ivi compreso i DS debba ruotare ogni tre anni in ambito provinciale, al limite il triennio potrà essere rinnovato solo per un altro triennio dopo visita ispettiva con ispettori provenienti da altra Regione».
Accettereste welfare e benefit detassati al posto di aumenti in busta paga?
«No. Basta con la logica dei benefit, siamo invece solo favorevoli ad un buono alloggio ma per i docenti che garantiscono continuità nell' insegnamento in altra Regione dove c'è penuria di insegnanti. Gli aumenti devono essere tabellari e quelli contrattuali detassati tout court come abbiamo detto in precedenza».
La Carta del Docente va estesa subito a tutti i precari o inglobata nel salario?
«La carta del docente è stata estesa a tutti i precari come ho già detto in precedenza e sarà esigibile all'inizio del nuovo anno, personalmente io la inserirei nel salario però al netto, anche perché l'estensione dei fruitori porterà da quest'anno una quasi sicura decurtazione dei 500 euro come temono i docenti che per il 25/26 ancora la devono percepire».