Scuola in Sicilia: l’allarme di Mucci (SGS) sullo spopolamento

Mentre la Regione Sicilia finanzia la scuola aperta, Mucci (SGS) denuncia: le chiusure dei plessi stanno decretando la morte dei piccoli paesi.

A cura di Scuolalink Scuolalink
23 novembre 2025 18:30
Scuola in Sicilia: l’allarme di Mucci (SGS) sullo spopolamento - Aldo Mucci (SGS)
Aldo Mucci (SGS)
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La scuola siciliana è al centro di un duro scontro. Mentre la Regione avvia progetti contro la dispersione, Mucci (SGS) denuncia una realtà drammatica fatta di tagli e spopolamento: senza istituti, i piccoli comuni dell'entroterra sono destinati a morire.

Mucci (SGS) scrive all’assessore all’istruzione in Sicilia: 'Vada a visitare i paesi dove ha chiuso le scuole, le famiglie rimaste se ne vanno, i negozi chiudono, il paese muore'

La  Regione Siciliana ha recentemente aperto la terza finestra dell'Avviso pubblico n. 10/2023 "Scuole aperte per il territorio", nell'ambito del Programma Regionale FSE+ Sicilia 2021-2027 (Priorità 2, ESO 4.5). Questa iniziativa, finanziata con 27 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo, mira a contrastare la dispersione scolastica e l'insuccesso formativo attraverso l'attivazione del tempo pieno o prolungato nelle scuole statali secondarie di primo grado e nel primo biennio del secondo grado, con interventi prioritari nelle aree a elevata povertà educativa. Obiettivi: Promuovere un approccio inclusivo per l'anno scolastico 2025-2026, affrontando temi come devianza minorile, bullismo, cyberbullismo e illegalità, tenendo le scuole aperte anche nel pomeriggio come presidio educativo e sociale.

Forse l’assessore al ramo – scrive Mucci - non ha il “Polso” la fotografia reale e drammatica dell’istruzione pubblica in Sicilia. In sintesi, quello che sta accadendo è: Crollo delle iscrizioni Negli ultimi 10-15 anni la Sicilia ha perso circa 100.000 alunni (da 780.000 circa del 2010 a poco più di 680.000 nel 2024/25), a causa del crollo delle nascite (la regione ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa) e dell’emigrazione di famiglie giovani. Perdita di migliaia di cattedre Con meno alunni scattano i parametri ministeriali rigidi: classi più numerose, perdita dell’organico di fatto, accorpamenti. Dal 2017 a oggi si stimano oltre 12.000 posti in meno tra docenti e ATA. Chiusura o dimensionamento di centinaia di scuole Plessi storici (soprattutto nei paesi dell’interno e nelle isole minori) vengono chiusi o accorpati perché considerati “sottodimensionati” (sotto i 600 alunni, sotto i 300 se in zone montane o isole). Solo nell’ultimo triennio (2023-2025) sono stati soppressi o accorpati circa 150-180 istituzioni scolastiche autonome (dirigenze e DSGA). Reggenze e organico monco Oltre il 35-40% delle scuole siciliane è attualmente in reggenza (lo stesso dirigente segue 2 o 3 scuole diverse).

Mancano segretari amministrativi (DSGA), collaboratori scolastici, tecnici. – dichiara Mucci - Molti plessi rurali hanno un solo bidello per turni massacranti o restano senza. Desertificazione dell’interno Nei comuni sopra i 400-500 metri (Nebrodi, Madonie, Erei, Sicani, Iblei) chiudere la scuola spesso significa il colpo di grazia al paese: le famiglie rimaste se ne vanno, i negozi chiudono, il paese muore. È un circolo vizioso. Il “lumicino” è purtroppo un’immagine calzante: la scuola siciliana non è ancora spenta, ma sopravvive grazie alla dedizione eroica di dirigenti, docenti e personale che lavora in condizioni sempre più proibitive, mentre la politica regionale continua a trattare il dimensionamento come mera operazione contabile, senza alcuna visione di lungo periodo per contrastare lo spopolamento e la denatalità.

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