Sondaggio offensivo sul femminicidio in una chat scolastica

Sondaggio shock su vittime di femminicidio in una chat scolastica: indignazione pubblica e appello a rafforzare l’educazione al rispetto nelle scuole.

16 maggio 2025 14:27
Sondaggio offensivo sul femminicidio in una chat scolastica - Violenza sulle donne
Violenza sulle donne
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Un sondaggio macabro comparso in una chat tra studenti di Bassano del Grappa, che chiedeva chi "meritasse di più di essere uccisa" tra tre vittime di femminicidio, ha suscitato sdegno e una ferma condanna pubblica. L’associazione Women for Freedom lancia un appello urgente per rafforzare l’educazione al rispetto nelle scuole.

"Chi meritava di più di morire": il sondaggio shock che indigna, sulle vittime di femminicidio

Un sondaggio agghiacciante è apparso su WhatsApp in una chat scolastica di Bassano del Grappa (Vicenza), dove agli studenti è stato chiesto: Chi si meritava di più di essere uccisa? riferendosi a Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin, tutte vittime di femminicidio.
La denuncia è arrivata tramite i canali social di Women for Freedom, associazione impegnata nella lotta contro la violenza di genere, che ha definito l’accaduto “una mancanza totale di empatia”. Il sondaggio, afferma l’associazione, non è uno scherzo, ma il riflesso di una cultura che ancora banalizza il femminicidio.
Minimizzare episodi del genere contribuisce a normalizzare la violenza, allontanando la possibilità di costruire una società più consapevole e rispettosa.

Educazione al rispetto come strumento di prevenzione per prevenire il femminicidio

A pochi giorni dall’ennesima giornata nera, con tre donne uccise in Italia in sole 24 ore, l’emergenza femminicidio impone interventi educativi urgenti e sistematici.
L’educazione al rispetto rappresenta un antidoto culturale imprescindibile: serve a trasmettere valori come empatia, dignità, parità tra i generi.
Il Ministero dell’Istruzione ha promosso linee guida e progetti dedicati, ma episodi come quello di Bassano dimostrano che non basta. Serve integrare nei curricula attività emotive e relazionali, laboratori di confronto e percorsi di sensibilizzazione, coinvolgendo anche le famiglie e il territorio.

Social e chat, strumenti che possono ferire

Le chat scolastiche, se non guidate, possono trasformarsi in veicoli di messaggi d’odio. Il caso di Bassano lo conferma: la banalizzazione della morte di tre giovani donne attraverso un sondaggio tra coetanei rivela una preoccupante assenza di senso critico e responsabilità.
I social e i sistemi di messaggistica amplificano contenuti in modo virale, spesso senza che gli adulti ne siano consapevoli.
Serve una formazione mirata alla cittadinanza digitale, che educhi i ragazzi a comprendere le conseguenze delle loro azioni online e a gestire empaticamente le relazioni virtuali.

Scuole chiamate a rispondere con fermezza

Le istituzioni scolastiche non possono più restare passive. Episodi simili vanno affrontati subito, con rigore educativo e trasparenza.
Women for Freedom ha chiesto un confronto con la scuola, garantendo l’anonimato, e ha ribadito che non si può classificare il fatto come "una bravata".
È fondamentale che tutte le componenti scolastiche – insegnanti, studenti, famiglie, personale – collaborino per costruire ambienti scolastici sicuri, rispettosi, formativi.
Solo attraverso una presa di coscienza collettiva sarà possibile trasformare episodi vergognosi in occasioni di cambiamento reale.