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Tagli ai fondi Università pubbliche, FLC CGIL: ‘Italia maglia nera per i finanziamenti UE’

Tagli ai fondi delle Università pubbliche italiane - La bozza di decreto sui criteri di distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università

Tagli ai fondi delle Università pubbliche italiane – La bozza di decreto sui criteri di distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università è stata recentemente inviata alla CRUI, al CUN e al CNSU per i pareri previsti.

Le peggiori paure delle scorse settimane si sono concretizzate: un taglio nominale di 200 milioni di euro, ma che, rispetto alle voci dell’anno precedente, ammonta a ben 500 milioni. Questo ci riporta rapidamente ai periodi peggiori della spending review, ricordando i tagli di Tremonti e Brunetta.

Le conseguenze dei tagli ai fondi previsti per le Università pubbliche: le preoccupazioni della FLC CGIL

Il taglio metterà in difficoltà molti atenei già da quest’anno, colpendo principalmente la quota di finanziamento storico che garantisce la sopravvivenza del sistema universitario di molte sedi. Il finanziamento della formazione terziaria in Italia è il più basso tra i paesi OCSE, e questo taglio ci distanzia ancora di più dagli altri paesi. È evidente l’intenzione di questo governo di creare un’università piccola, sottofinanziata, accessibile a pochi e gestita da un numero limitato di lavoratori, spesso in condizioni di sfruttamento.

Per chi se lo può permettere, restano disponibili le prestigiose università private e una vita da fuori sede con costi enormi. Chi non può permetterselo deve accontentarsi della formazione di serie B offerta dalle università telematiche. Questo taglio, insieme al disegno di legge “sfruttamento” per la riforma del preruolo dei ricercatori proposto dalla commissione Bernini, rivela la vera natura di questo governo: tagli ai sistemi pubblici e sfruttamento dei lavoratori.

Tagli alle risorse del personale

Particolarmente odioso è il taglio alle risorse per la valorizzazione del personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario previsto dalla legge di stabilità del 2022. Queste risorse, conquistate grazie alla mobilitazione dei lavoratori, dovevano servire a ridurre la grande differenza retributiva del personale universitario rispetto agli altri lavoratori pubblici. Il governo Meloni, invece, taglia le risorse per i più deboli, con salari ormai ridotti all’osso, mettendo poche risorse per il rinnovo del CCNL 2022-2024, determinando una diminuzione del 10% del potere d’acquisto, mentre favorisce i privilegi di chi evade o elude le tasse.

Per i lavoratori dell’Università, dopo il finto regalo natalizio delle risorse contrattuali, arriva il “regalo” di Ferragosto. Nelle prossime ore forniremo un commento più analitico, ma possiamo già affermare che continueremo a lottare per un’Università Pubblica accessibile a tutti e per la dignità di chi ci lavora.

Il comunicato stampa della FLC CGIL

Con il Governo Meloni tornano i tagli all’Università Pubblica: la meno finanziata tra i paesi dell’UE

La bozza di decreto sui criteri di distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università è stata inviata in queste ore alla CRUI al CUN e al CNSU per i pareri previsti.

I peggiori timori delle scorse settimane sono tutti confermati. Un taglio nominale di 200 milioni, ma sulle voci dell’anno precedente di ben 500 milioni, ci riporta velocemente alla peggiore stagione della cosiddetta spending review di Tremontiana e Brunettiana memoria.

Il taglio che inizierà a mettere in difficoltà molti atenei già da quest’anno si riversa quasi tutto sulla quota di finanziamento storico che premette la sopravvivenza del sistema universitario e di molte sedi.

Il finanziamento della formazione terziaria nel nostro paese è al livello più basso dei paesi dell’OCSE e questo taglio ci allontana ancor di più da tutti gli altri; è evidente il disegno di questo governo di creare una università piccola de finanziata per pochi che la frequentano e per pochi che ci lavorano, spesso in condizioni di sfruttamento.

Per chi se lo potrà permettere sono a disposizione famose università private, una vita da fuori sede con costi enormi, e per chi non può c’è sempre a disposizione la formazione di serie B garantita dalle università telematiche.

Questo taglio assieme al preannunciato disegno di legge “sfruttamento” sulla riforma del preruolo per i ricercatori ipotizzato dalla commissione Bernini svelano la vera natura di questo governo: tagli ai sistemi pubblici e sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori.

Particolarmente odioso risulta il taglio sulle risorse per la valorizzazione del personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario previsto dalla legge di stabilità del 2022; quelle risorse conquistate dalla mobilitazione delle lavoratrici e dai lavoratori, dovevano servire a diminuire la grande differenza retributiva del personale universitario rispetto agli altri lavoratori pubblici. Il governo Meloni getta la maschera: come un Robin Hood al contrario taglia le risorse per i più deboli, che hanno ormai salari da fame, mettendo poche risorse per il rinnovo del CCNL 22022-2024 determinando così una diminuzione del 10% del potere d’acquisto, mentre favorisce i privilegi di chi non paga le tasse o di chi le elude.

Per le lavoratrici e i lavoratori dell’Università dopo il pacco di Natale sull’anticipo di risorse contrattuali propagandato come un grande investimento, ora c’è il regalo di Ferragosto.

Nelle prossime ore faremo un commento più analitico, ma già da ora possiamo affermare che non ci fermeremo nella nostra battaglia per una Università Pubblica accessibile a tutte e tutti e per la dignità di chi ci lavora.

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