Tutela dell'infanzia: appello del CNDDU dopo la tragedia di Calimera
La tutela dell'infanzia è un dovere etico: il CNDDU chiede politiche concrete contro il disagio familiare nella Giornata Mondiale.
La drammatica tragedia di Calimera, che ha coinvolto un bambino di otto anni e sua madre, interroga la nostra coscienza collettiva proprio nel giorno dedicato alla tutela dell'infanzia, il 20 novembre. Eventi così dolorosi non sono solo cronaca nera, ma segnali allarmanti di un fallimento nella rete di protezione. Non possiamo più ignorare la solitudine emotiva che degenera in disperazione.
Tragedia di Calimera: appello alla tutela dell’infanzia e alla prevenzione del disagio familiare in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo dolore e sconcerto per la tragedia avvenuta a Calimera, dove un bambino di otto anni e sua madre hanno perso la vita in circostanze drammatiche che interrogano la nostra coscienza collettiva. Eventi di questo tipo non possono essere relegati alla cronaca nera: essi rappresentano segnali allarmanti del fallimento di una rete di protezione che avrebbe dovuto intercettare la sofferenza prima che degenerasse.
La tragedia impone una riflessione profonda. Quanti segnali sono stati ignorati? Quanto pesa ancora lo stigma sulla fragilità psicologica, che porta troppe persone a vivere il proprio dolore in silenzio? Una società realmente attenta ai diritti umani non può permettere che la solitudine emotiva si trasformi in disperazione irreversibile.
La coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Infanzia, istituita dalla Risoluzione A/RES/836 (IX) e celebrata proprio oggi, 20 novembre, rende questa vicenda ancora più significativa. È un monito drammatico in una ricorrenza che dovrebbe ricordarci che ogni bambino ha diritto alla protezione, alla cura, alla sicurezza, alla vita. E che questi diritti non possono rimanere enunciazioni teoriche: devono essere garantiti attraverso politiche, pratiche e strumenti concreti.
In questo scenario, la scuola si conferma come uno dei pochi luoghi capaci di intercettare precocemente il disagio. Ma per svolgere questo ruolo in modo efficace non bastano buona volontà e sensibilità individuale: servono strumenti nuovi, competenze mirate e reti territoriali forti. Per questo il Coordinamento propone tre iniziative innovative, poche ma ad alto impatto, pensate per un salto qualitativo nella tutela dell’infanzia:
Sentinelle Digitali del Benessere
Una piattaforma digitale scolastica, sicura e anonima, che permetta di segnalare situazioni di disagio e attivi immediatamente un percorso di presa in carico da parte di professionisti. Uno strumento che trasforma il silenzio in un canale protetto di richiesta d’aiuto.Aule Emotive
Spazi permanenti di regolazione emotiva all’interno delle scuole, dotati di materiali sensoriali e guidati da figure formate. Ambienti dedicati alla prevenzione, dove studenti e famiglie possano trovare ascolto e momenti di riequilibrio emotivo.
Patto Educativo di Comunità “Infanzia Protetta”
Una rete ufficiale che unisca scuole, ASL, servizi sociali, amministrazioni locali e associazioni per monitorare in modo continuativo le situazioni familiari più vulnerabili. Un modello cooperativo strutturato, non lasciato alla buona volontà episodica dei singoli operatori.
Il CNDDU rinnova la propria vicinanza alla comunità colpita e invita le istituzioni a trasformare questo doloroso evento in un punto di svolta reale, non simbolico. Non possiamo più limitarci a reagire dopo l’irreparabile: la tutela dell’infanzia richiede decisioni coraggiose, investimenti continuativi e una visione lungimirante che metta al centro la dignità e la sicurezza dei più piccoli.
In questa Giornata Mondiale dell’Infanzia, il nostro impegno deve farsi ancora più chiaro: proteggere un bambino significa proteggere l’intero tessuto sociale, perché ogni vita negata è una sconfitta collettiva. La tragedia di Calimera ci ricorda che la fragilità non è un margine, ma un luogo che tutti, prima o poi, possiamo abitare. È proprio lì che una comunità autenticamente umana deve farsi presente.
Per questo ribadiamo con forza che la costruzione di un sistema di prevenzione efficace non è un gesto accessorio, ma un dovere etico imprescindibile. Una società che sa ascoltare, accompagnare e intervenire è una società che non lascia indietro nessuno, soprattutto chi non ha voce per chiedere aiuto. Difendere i diritti dei bambini significa difendere il futuro: un futuro che dobbiamo proteggere oggi, con responsabilità, competenza e determinazione.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU