Università di Bologna, no al corso militare: FLC CGIL parla di ingerenza, è scontro sull'autonomia

La decisione dell'ateneo emiliano sul mancato accordo con l'Accademia di Modena solleva il dibattito sui poteri del governo e la libertà di insegnamento.

03 dicembre 2025 11:30
Università di Bologna, no al corso militare: FLC CGIL parla di ingerenza, è scontro sull'autonomia - Gianna Fracassi FLC CGIL
Gianna Fracassi FLC CGIL
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La scelta dell'Università di Bologna di respingere la convenzione con l'Accademia Militare di Modena ha innescato una forte reazione politica e sindacale. Gianna Fracassi, segretaria della FLC CGIL, denuncia quelle che definisce pesanti ingerenze da parte dell'esecutivo. Al centro della disputa vi è la tutela dell'autonomia accademica contro le pressioni esterne e i tentativi di controllo statale.

Le critiche della Cgil alle pressioni dell'esecutivo

Il rifiuto dell'ateneo bolognese di istituire un nuovo percorso di laurea in collaborazione con l'esercito è diventato rapidamente un caso di rilevanza nazionale. Secondo il sindacato, l'intervento diretto della Presidenza del Consiglio rappresenta un preoccupante segnale di controllo sul sistema formativo.

Gianna Fracassi evidenzia come le dichiarazioni dei vertici governativi, inclusa la ministra dell'Università, costituiscano un fatto irrituale e istituzionalmente sgrammaticato. La promessa ministeriale di garantire comunque la realizzazione dell'iniziativa viene letta dalla Cgil come una violazione delle prerogative universitarie.

È inaccettabile, sostiene la segretaria, che le massime cariche dello Stato stigmatizzino pubblicamente le decisioni autonome di un rettorato. Questo atteggiamento configura un tentativo di imporre scelte didattiche dall'alto, ignorando le procedure democratiche degli organi accademici.

Università di Bologna e le motivazioni tecniche del rifiuto

La dirigenza sindacale ribadisce che la governance dell'ateneo ha agito nel pieno rispetto delle proprie funzioni statutarie e dei regolamenti vigenti. Ogni decisione riguardante l'ampliamento dell'offerta didattica deve basarsi esclusivamente su valutazioni di natura logistica e organizzativa.

L'ateneo ha valutato la proposta di convenzione avanzata dall'esercito ritenendola non idonea per diverse ragioni strutturali ed economiche. Le criticità emerse durante l'analisi della proposta riguardano aspetti concreti che rendono insostenibile l'attivazione del corso di laurea.

Tra le motivazioni principali che hanno portato al rifiuto, la FLC CGIL evidenzia:

  • La richiesta di una riserva delle iscrizioni destinata esclusivamente agli allievi ufficiali;

  • L'impatto economico e la difficile gestione dei costi previsti;

  • Le complesse difficoltà organizzative interne ai dipartimenti coinvolti.

L'appello alla difesa della Costituzione

La vicenda trascende il singolo corso di laurea e tocca i principi fondamentali sanciti dall'articolo 33 della Carta Costituzionale. È necessario, secondo la FLC CGIL, che tutto il mondo accademico reagisca compatto per preservare la libertà di ricerca.

L'autonomia degli atenei deve rimanere un baluardo invalicabile rispetto alle volontà politiche del governo di turno. La segretaria Fracassi conclude sottolineando l'urgenza di proteggere l'indipendenza culturale e scientifica da qualsiasi forma di condizionamento politico.

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