Violenza a Sesto San Giovanni: l'appello del CNDDU

Il CNDDU interviene sulla grave aggressione a Sesto San Giovanni, chiedendo responsabilità collettiva e investimenti educativi urgenti.

A cura di Scuolalink Scuolalink
23 dicembre 2025 11:00
Violenza a Sesto San Giovanni: l'appello del CNDDU - Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
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L'episodio di violenza avvenuto a Sesto San Giovanni richiede una riflessione profonda sul ruolo della scuola come presidio fondamentale di legalità. È necessario promuovere una cultura del rispetto per prevenire simili derive e tutelare la dignità delle nuove generazioni.

Sesto San Giovanni, grave aggressione a uno studente: il nostro intervento

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda vicinanza allo studente vittima della grave aggressione avvenuta a Sesto San Giovanni e alla sua famiglia, condividendo il dolore e lo sgomento che attraversano in queste ore la comunità scolastica e cittadina. Un accoltellamento all’uscita da scuola non è solo un fatto di cronaca: è una frattura simbolica che interroga il nostro presente e chiama tutti – istituzioni, educatori, famiglie, società civile – a una responsabilità collettiva.

Accogliamo con rispetto e attenzione la presa di posizione dei docenti dell’IIS De Nicola, che hanno saputo reagire con parole misurate ma ferme, rifiutando ogni semplificazione e ogni tentativo di delegittimazione della scuola. Difendere l’istituzione scolastica, in questo contesto, non significa negare i problemi, ma riaffermare con forza che la scuola è presidio di umanità, di legalità e di cura, non terreno di violenza.

La violenza giovanile non nasce nel vuoto. È spesso il risultato di solitudini non intercettate, di fragilità ignorate, di contesti sociali impoveriti di ascolto e di futuro. Per questo la risposta non può essere esclusivamente securitaria o emergenziale. Serve, piuttosto, un investimento culturale ed educativo che rimetta al centro la dignità della persona, il valore del dialogo e la responsabilità reciproca.

In questo senso, il ruolo dei docenti va riconosciuto nella sua dimensione più autentica: non meri trasmettitori di contenuti, ma adulti di riferimento, capaci di ascolto, di mediazione e di accompagnamento. Ogni giorno, spesso oltre i confini formali dell’orario scolastico, gli insegnanti si fanno carico di storie complesse, di differenze culturali e religiose, di conflitti interiori che chiedono tempo, competenza e sensibilità. È qui che l’educazione ai Diritti Umani diventa strumento vivo, capace di prevenire l’odio prima che si trasformi in gesto irreparabile.

Condanniamo senza esitazioni ogni forma di prepotenza, bullismo e violenza, ribadendo che nessuna giustificazione può essere invocata per negare il diritto fondamentale alla sicurezza e all’incolumità di ciascuno. Ma ribadiamo anche che solo una scuola sostenuta, ascoltata e valorizzata può essere davvero argine alla deriva della violenza.

Agli studenti va il nostro pensiero più sincero: crediamo nella vostra capacità di scegliere il rispetto al posto della sopraffazione, la parola al posto del coltello, la cura dell’altro come fondamento della convivenza. La scuola resta e deve restare il luogo in cui anche le ferite più profonde possono trovare senso, ascolto e possibilità di riscatto.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani continuerà a impegnarsi affinché episodi come quello di Sesto San Giovanni non vengano archiviati come fatalità, ma diventino occasione di riflessione e di cambiamento. Perché educare ai Diritti Umani significa, oggi più che mai, difendere la vita, la dignità e il futuro delle nuove generazioni.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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