ADHD: cos'è, sintomi e come gestire chi è affetto da questo disturbo

L'ADHD è un disturbo del neurosviluppo che colpisce bambini e adulti. Una guida per riconoscere i segnali e affrontare la vita quotidiana.

11 ottobre 2025 08:15
ADHD: cos'è, sintomi e come gestire chi è affetto da questo disturbo - ADHD
ADHD
Condividi

L'ADHD, o disturbo da deficit di attenzione e iperattività, è una condizione del neurosviluppo che influenza attenzione e impulsività. Spesso etichettato erroneamente come svogliatezza, soprattutto nei bambini, questo disturbo necessita di una corretta diagnosi per poter essere gestito efficacemente in ogni fase della vita, dall'infanzia all'età adulta.

Cos'è il disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Spesso etichettati come agitati o svogliati, molti bambini nascondono in realtà una condizione precisa: l'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). Questo disturbo neurobiologico, che riguarda il modo in cui il cervello gestisce l'attenzione, non è un'epidemia moderna, ma una condizione oggi più riconoscibile. Si stima che ne soffra tra il 2% e il 5% della popolazione adulta. Sebbene possa coesistere con l'autismo, l'ADHD riceve molta meno visibilità mediatica, finendo per essere un disagio spesso dimenticato o banalizzato. Anche nelle sue forme lievi, i sintomi possono acuirsi durante le fasi di cambiamento cruciali, come l'inizio della scuola, l'adolescenza o il passaggio all'università, creando ostacoli significativi.

ADHD: rischi correlati e differenze di genere

Una delle correlazioni più preoccupanti riguarda il legame tra ADHD e dipendenze. Recenti studi, come quello condotto nel carcere di San Vittore, dimostrano che il 75% dei detenuti per uso di cocaina soffre di questo disturbo. Il rischio di sviluppare una dipendenza, spesso come tentativo di automedicazione per placare i sintomi, inizia già intorno ai 14 anni. La manifestazione del disturbo varia anche in base al genere: i maschi presentano più comunemente un fenotipo iperattivo, mentre le femmine tendono a manifestare disattenzione. Questa differenza porta spesso a una diagnosi tardiva nelle ragazze, che, sentendosi "sbagliate" per anni, sono più soggette a sviluppare ansia e depressione in età adulta.

Il percorso dalla diagnosi alla gestione del disturbo

Il primo passo per affrontare l'ADHD è il riconoscimento dei segnali da parte di genitori e insegnanti, seguito dalla consultazione con un professionista o un centro esperto. La diagnosi non è un processo breve, ma richiede un'anamnesi approfondita attraverso diversi colloqui per confermare la presenza del disturbo sin dall'infanzia. Una volta ottenuto un quadro chiaro, l'intervento è principalmente psicoeducativo e comportamentale. Questo approccio aiuta la persona a comprendere il proprio funzionamento e a gestire i sintomi. Se necessario, si può integrare un trattamento farmacologico, che si è dimostrato sicuro ed efficace. Ricevere una diagnosi è un momento liberatorio: permette di dare un nome al proprio disagio, migliorando la qualità della vita.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail