Adolescenti prigionieri degli schermi: 'cocaina digitale'
Adolescenti trascorrono ore sui social con scorrimento infinito che genera dipendenza e riduce concentrazione e pensiero critico.


Gli adolescenti trascorrono fino a otto ore davanti agli schermi, esposti a meccanismi di ricompensa che attivano dopamina e favoriscono una dipendenza comportamentale intenzionalmente progettata dalle piattaforme social.
L’impatto delle piattaforme digitali
Negli ultimi vent’anni, le piattaforme digitali hanno trasformato radicalmente la vita quotidiana, diventando il principale spazio di informazione e socializzazione per adolescenti e adulti. L’introduzione degli smartphone nel 2009 ha accelerato questo processo, rendendo i dispositivi mobili strumenti onnipresenti. Uno studio accademico, riportato da El Pais, evidenzia due dinamiche chiave: la mercantilizzazione dei dati personali e l’uso di strategie psicologiche avanzate per prolungare la permanenza online. La concentrazione del potere digitale nelle mani di poche multinazionali solleva interrogativi sulla neutralità dei servizi e sulla capacità di influenzare in maniera massiccia opinioni e comportamenti.
La “cocaina comportamentale” dello scorrimento infinito
Le architetture digitali sono progettate per generare ricompense immediate, tramite like, emoticon e lo scorrimento infinito dei contenuti, fenomeno che il suo stesso inventore ha definito “cocaina comportamentale” per l’effetto sulla dopamina. L’intelligenza artificiale analizza ogni comportamento per costruire profili psicologici dettagliati e sfruttare vulnerabilità emotive e cognitive. Gli adolescenti trascorrono mediamente tra sei e otto ore al giorno in ambienti virtuali progettati per i profitti aziendali, a discapito della loro capacità di concentrazione, della riflessione e del benessere mentale.
Conseguenze sociali e pedagogia necessaria
L’uso intensivo dei social favorisce la polarizzazione dei contenuti, privilegiando emozioni forti e narrazioni semplificate rispetto a informazioni verificate. Questo crea bolle ideologiche, erode la convivenza sociale e riduce le capacità di pensiero critico. Tra il 2010 e il 2021, si è registrato un aumento del 145% dei casi di depressione grave tra le ragazze adolescenti, fenomeno correlato all’esposizione digitale e alla pressione sociale online. La sfida educativa futura richiede una nuova pedagogia digitale, in grado di fornire agli adolescenti strumenti per comprendere i meccanismi economici e simbolici dei social, garantendo autonomia mentale e capacità critica.