Allarme dell’OMS: quando l’educazione diventa violenza

L’OMS denuncia: più di un miliardo di bambini subisce punizioni corporali ogni anno, con gravi conseguenze fisiche e psicologiche. Le sole leggi non bastano.

31 agosto 2025 09:43
Allarme dell’OMS: quando l’educazione diventa violenza - Violenza sui bambini
Violenza sui bambini
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OMS lancia un allarme urgente: le punizioni corporali inflitte ai bambini non rappresentano un metodo educativo, ma una minaccia alla loro salute e al loro futuro. Dalla casa alla scuola, oltre un miliardo di minori nel mondo subisce violenze fisiche che lasciano segni profondi sul corpo e sulla mente. Il nuovo rapporto evidenzia come il problema sia globale e richieda un cambiamento culturale immediato, capace di spezzare il ciclo della violenza e proteggere i diritti dei più piccoli.

Una violenza diffusa in casa e a scuola

Ogni mese milioni di bambini subiscono colpi, schiaffi e percosse, spesso proprio tra le mura domestiche. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS, la violenza tocca il 17% dei minori a livello mondiale, con picchi drammatici: in Serbia e Sierra Leone riguarda due bambini su tre, mentre in Togo supera addirittura i tre quarti. Le scuole non offrono maggiore protezione: in Africa e America Centrale circa il 70% degli studenti viene punito fisicamente, con percentuali ancora rilevanti in altre regioni.

Conseguenze fisiche e psicologiche

Gli esperti avvertono che queste pratiche non insegnano disciplina, ma infliggono ferite profonde. Oltre ai danni immediati, i bambini sviluppano ansia, depressione e bassa autostima, mentre a livello biologico lo stress cronico altera il cervello e compromette la crescita. Con il tempo aumentano i rischi di dipendenze, disturbi psichici e comportamenti violenti. I più colpiti risultano i minori con disabilità, i figli di genitori con dipendenze o malattie mentali e quelli che vivono in condizioni di povertà o discriminazione.

Le leggi non bastano senza un cambiamento culturale

L’OMS sottolinea che vietare le punizioni corporali non basta. Senza un cambiamento culturale che promuova metodi educativi non violenti, le leggi restano inefficaci. Rompere il ciclo della violenza significa investire nell’educazione, nel sostegno alle famiglie fragili e in un impegno collettivo per proteggere i diritti dei bambini.

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