Alunni stranieri, boom di iscritti ma l'integrazione frena: le 'proposte mirate' di Anief al governo
Aumentano gli alunni stranieri nelle scuole italiane, ma l'integrazione e il successo formativo restano una sfida. Analisi dei dati e proposte di intervento.
Aumenta il numero di alunni stranieri nel sistema scolastico italiano, un dato in controtendenza rispetto al calo degli iscritti di studenti italiani. Tuttavia, l'integrazione scolastica resta una sfida aperta. Molti studenti non italiani, due terzi dei quali nati in Italia, affrontano difficoltà nel rendimento e tendono a scegliere percorsi tecnici o professionali a discapito dei licei.
Un quadro demografico in trasformazione
Il sistema scolastico italiano sta attraversando una profonda trasformazione demografica, come confermano i dati recenti del Centro Studi e Ricerche Idos. Mentre nell'ultimo decennio il numero di alunni italiani è diminuito del 12,5%, quello degli studenti stranieri ha registrato un significativo incremento del 16,0%. Questo fenomeno non riguarda solo ragazzi e ragazze appena arrivati in Italia.
Un dato cruciale, infatti, è che quasi due terzi di questi giovani hanno cittadinanza straniera ma sono nati sul territorio nazionale, rappresentando una consolidata realtà di seconde generazioni. La loro presenza è fondamentale per contrastare l'effetto della denatalità, garantendo la continuità didattica in molti istituti che altrimenti rischierebbero la chiusura. Tuttavia, la crescita numerica non si traduce in un percorso formativo privo di ostacoli.
Alunni stranieri: disparità nei percorsi e ritardo scolastico
Le criticità emergono con forza al momento delle scelte formative dopo la scuola secondaria di primo grado. Le statistiche del 2024 indicano una netta divergenza: solo il 32,9% degli alunni stranieri opta per un percorso liceale. La maggioranza si orienta invece verso gli istituti tecnici (39,3%) e quelli professionali (27,9%), percorsi ritenuti più pratici.
Un altro allarme riguarda il marcato ritardo scolastico. Nell'anno 2022/2023, il 26,4% di questi alunni era indietro nel proprio percorso di studi. Questo valore esplode nelle scuole superiori, dove raggiunge il 48,0%, una cifra tre volte superiore a quella dei compagni italiani, che si attesta al 7,9% (con una punta del 16,0% alle superiori). Queste cifre segnalano un fallimento del sistema nel garantire pari opportunità.
Le proposte di Anief per una reale integrazione
Di fronte a questo scenario, il sindacato Anief, attraverso il suo presidente Marcello Pacifico, sollecita interventi strutturali. Viene richiesta con urgenza l'assegnazione di un numero maggiore di docenti specializzati (classe A023) nell'insegnamento dell'italiano come lingua seconda. Risulta inoltre indispensabile un potenziamento degli organici con risorse aggiuntive mirate, soprattutto nelle classi e nei territori con un'elevata presenza di studenti stranieri e alloglotti.
Si invoca un ritorno massiccio alle compresenze didattiche, in particolare nella scuola primaria, per superare i limiti imposti dal modello del maestro unico introdotto dalla riforma Gelmini. Questi interventi sono considerati la chiave per trasformare la presenza straniera da sfida a risorsa effettiva per la scuola.