Ammalarsi durante le ferie: diritti, obblighi e cosa prevede la legge

Cosa succede in caso di malattia durante le ferie: diritti del lavoratore, condizioni per sospendere le ferie e obblighi previsti dalla legge.

28 giugno 2025 23:11
Ammalarsi durante le ferie: diritti, obblighi e cosa prevede la legge - Malattie durante le ferie
Malattie durante le ferie
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Ammalarsi durante il periodo di ferie è un imprevisto spiacevole che rischia di compromettere il tanto atteso momento di riposo e svago. Tuttavia, la normativa italiana – in armonia con quella europea – prevede specifiche tutele per il lavoratore che si trovi in questa situazione, riconoscendo la possibilità di sospendere le ferie e convertirle in malattia. In questo articolo analizziamo cosa succede in questi casi, quali sono le condizioni da rispettare e le procedure da seguire per non perdere i propri diritti.

Ferie e malattia: quando è possibile la sospensione

Secondo la giurisprudenza nazionale e dell’Unione europea, le ferie hanno una funzione fondamentale di recupero delle energie psicofisiche. Se una malattia impedisce il reale godimento di questo diritto, è possibile interrompere il periodo di ferie e farlo valere come malattia. Tuttavia, non ogni malessere è sufficiente a giustificare tale sospensione. Un lieve mal di schiena o un raffreddore, per esempio, non ostacolano in modo sostanziale il riposo e le attività sociali, e quindi non danno luogo all’interruzione delle ferie. Diversamente, se la patologia costringe il lavoratore a letto o a sottoporsi a cure invasive, la situazione è tale da rendere legittima la conversione delle ferie in malattia.

Criterio fondamentale: il recupero psicofisico

Il principio guida è la possibilità per il lavoratore di recuperare le proprie energie durante le ferie. Questo non riguarda solo il riposo fisico, ma anche il benessere mentale, la socialità e le attività di svago. Se la malattia impedisce tutto ciò, si configura il diritto alla sospensione delle ferie. È quindi consigliabile consultare il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) di riferimento, che può prevedere ulteriori specifiche in materia, a condizione che non leghi la possibilità di sospensione solo alla durata della malattia.

Procedura da seguire: certificato e reperibilità

Quando si verificano le condizioni sopra descritte, il lavoratore deve seguire la normale procedura prevista in caso di malattia:

  • Inviare il certificato medico all’INPS e al datore di lavoro.
  • Indicare il domicilio dove sarà reperibile per eventuali visite fiscali.

Una volta riconosciuto il periodo di malattia, le ferie vengono sospese. In genere, le ferie non godute verranno recuperate successivamente, ma non automaticamente: il datore di lavoro può proporre un diverso periodo, tenendo conto delle esigenze organizzative aziendali, purché motivate e compatibili con i diritti del dipendente.

Malattia all'estero: cosa fare

Se la malattia si verifica mentre il lavoratore si trova all’estero, è comunque possibile comunicarla. È necessario rivolgersi alle autorità sanitarie locali e trasmettere il certificato medico entro 3 giorni. Anche in questo caso, vale la regola generale: solo se la malattia compromette il reale godimento delle ferie si può ottenere la loro sospensione.

Malattia prima o dopo le ferie

Nel caso in cui il lavoratore si ammali prima dell’inizio delle ferie, non ci sono dubbi: si applica il regime ordinario di malattia, e il periodo di ferie sarà posticipato. Il nuovo periodo dovrà essere concordato successivamente con l’azienda. Se invece la malattia inizia dopo la fine delle ferie, si passa automaticamente al periodo di malattia, senza interruzioni, purché la comunicazione sia corretta e tempestiva.

Il caso inverso: sospendere la malattia per godere delle ferie

Esiste anche l’ipotesi opposta: quella in cui il lavoratore chiede di interrompere la malattia per usufruire delle ferie, per esempio quando il prolungarsi della malattia rischia di far superare il cosiddetto “periodo di comporto”, cioè il limite oltre il quale il datore di lavoro può procedere al licenziamento. In questi casi, la giurisprudenza ha stabilito che l’azienda dovrebbe accogliere la richiesta del dipendente, a meno che non vi siano motivate e concrete esigenze aziendali che giustifichino un rifiuto.