ANDU, l’Università italiana non è libera: va liberata e difesa

Dieci motivi per cui l’Università italiana non è libera: un’analisi critica su ANVUR, CRUI, precariato e potere dei rettori.

A cura di Scuolalink Scuolalink
29 ottobre 2025 19:00
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L’Università italiana non è libera, e non da oggi. Come scrive Tomaso Montanari, "L’Università o è libera, o non è". Questa analisi elenca i motivi strutturali di questa mancanza di autonomia: dal ruolo della CRUI, complice dello smantellamento dell'ateneo statale, all'ANVUR, che ha devastato la ricerca. Il comunicato stampa ANDU.

L’Università italiana non è libera: va liberata e difesa

«L’Università o è libera, o non è», scrive Tomaso Montanari nel suo intervento Difendere la libertà dell’università su Jacobin Italia.

Il fatto è che l’Università italiana non è libera, e non da ora!

L’Università non è libera:

1. perché c’è la CRUI che ha sempre (non ora o da domani) elaborato e/o sostenuto tutte le leggi che hanno smantellato sempre più l’Università statale e il cui ruolo di unico rappresentante del Sistema universitario è stato imposto da tutte le parti politico-accademiche, in ‘assonanza’ con la Confindustria (TreeLLLe);

2. perché c’è l’ANVUR, voluta dal Gruppo Berlinguer, che - con la VQR e le ASN - ha dato un colpo devastante all’autonomia dei docenti e ha, in particolare, ridotto notevolmente la qualità della ricerca;

3. perché c’è un CUN volutamente svuotato di un reale ruolo di rappresentanza e di peso politico (composizione sbilanciata, corporativa ed eletta a rate, e con poteri inconsistenti);

4. perché non c’è - non lo si vuole - un Organo nazionale rappresentativo di tutte le componenti che svolga compiti di coordinamento del Sistema universitario. Un Organo, alternativo alla CRUI, che difenda l’autonomia universitaria dai poteri forti interni ed esterni;

5. perché non c’è un pieno diritto allo studio (numero chiuso, 3 + 2, insufficienza di borse di studio e di alloggi, etc.);

6. perché c’è un precariato che nessuna forza politico-accademica vuole in realtà abolire, stabilizzando gli attuali precari con un bando di almeno 45.000 posti di ruolo e cancellando tutte le attuali figure precarie;

7. perché ci sono i rettori-padroni assoluti che dominano sui CdA e sui SA, che partecipano alla CRUI senza mandato e senza renderne conto al proprio ateneo.  I rettori spesso si preparano per un altro ‘mestiere’ (ministero, governo, Parlamento, Consigli regionali, comuni, fondazioni, consigli di amministrazione, etc.);

8. perché non si vuole dare il potere di una gestione democratica degli Atenei ai Senati Accademici di cui i rettori non dovrebbero fare parte;

9. perché il reclutamento e le carriere accademiche sono consegnati all’arbitrio del singolo ordinario attraverso i finti concorsi (cooptazione personale), e non si vogliono introdurre, a tutti i livelli, prove veramente e interamente nazionali;

10. perché l’accademia che conta non vuole che si realizzi un vero docente unico con pari mansioni e poteri, differenziato solo da livelli retributivi con progressione economica automatica.

Tomaso Montanari nel 2021 aveva denunciato una realtà universitaria ben lontana da una libera università: «E, per dirla proprio tutta, che paura può fare alla mafia un’università sempre più devastata da fenomeni di corruzione, di potere, di concorsi truccati? Fenomeni per i quali le procure ravvisano il reato di associazione a delinquere, e i giornali parlano di “mentalità mafiosa”: perché fondata sull’appartenenza a clan accademici, perché violentemente vendicativa, fortemente gerarchica e acritica. Davvero pensiamo che questa università possa fare paura alla mafia?» da: La scuola che fa paura alla mafia.

Audizione sullo schema di DPR sull’ANVUR (A.G. 304)

Si segnala l’audizione del 28 ottobre 2025 nella Commissione Cultura alla Camera (l’intervento dell’ANDU al min 22:20).

Alla stessa Commissione è stato presentato un Contributo scritto contenente i seguenti punti:

1. L’ANVUR è stata imposta e mantenuta da una lobby trasversale per commissariare l’Università

2. Invece di abolire l’ANVUR, ora si vuole arbitrariamente mantenerla e rafforzarla

3. In Italia si mantiene l’ANVUR mentre in Francia la si abolisce

A Padova il 29 ottobre alle 17.30 Incontro su “L’Università reale e quelle possibili”

A Padova il 29 ottobre 2025 alle 17.30 si svolgerà un incontro aperto su “L’Università reale e quelle possibili”. L’incontro è promosso da DOCET (Docenti Organizzate/i per una Cultura Equa e Tutelata).

All’Incontro interverranno Nunzio Miraglia (direttivo ANDU), Raquel Nicolas Del Alamo (rappresentante dottorande/i in Senato Accademico) e Lorenzo Zamponi (Forum docenza FLC-CGIL).

L’incontro si svolgerà in presenza nel Complesso Beato Pellegrino, via Vendramini, 13 - Aula 3, e da remoto collegandosi attraverso questo link.

A Messina il 30 ottobre alle 18 Videoconferenza su Concorsi e ANVUR

A Messina giovedì 30 ottobre 2025 alle ore 18 si svolgerà un incontro aperto in videoconferenza per discutere su: “DDL 1518 - Disposizioni in materia di accesso alla docenza universitaria e sulle possibili alternative, e sullo Schema di DPR sulla nuova ANVUR”.

L’incontro sarà introdotto da Gianfranco Bocchinfuso (Presidente Rete29Aprile), Nunzio Miraglia (Coordinatore nazionale ANDU) e Lorenzo Zamponi (Forum docenza FLC-CGIL). Interverrà Giovanni Mondello (ARTeD). Modereranno Patrizia Donato (Segretaria generale FLC-CCIL di Messina) e Mauro Federico (Coordinatore ANDU di Messina).

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