Assegno di inclusione, Caritas: 'Un flop, perchè esclude i più poveri'
Il nuovo rapporto Caritas rivela come l'assegno di inclusione abbia ridotto i beneficiari del 40-47%, lasciando senza sostegno molte famiglie vulnerabili.


L'Assegno di inclusione, introdotto a gennaio 2024 per sostituire il Reddito di cittadinanza, è al centro di una nuova analisi della Caritas. Il rapporto evidenzia una drastica riduzione dei beneficiari e una scarsa efficacia nel raggiungere le persone più fragili. La misura, secondo l'indagine, taglia fuori una fetta importante di popolazione in difficoltà economica, non migliorando la capacità di raggiungere i più bisognosi.
Assegno di inclusione e la riduzione dei beneficiari
Il passaggio dal Reddito di cittadinanza all'Assegno di inclusione ha segnato una profonda trasformazione nelle politiche di contrasto alla povertà in Italia. Secondo il recente rapporto Caritas, questa riforma ha ridotto la platea dei beneficiari tra il 40% e il 47%. La critica principale riguarda il passaggio da un approccio universalistico a uno categoriale. Il sostegno è ora limitato a nuclei con minori, persone con disabilità o anziani over 67. Questa scelta esclude di fatto molte famiglie in età lavorativa, lavoratori poveri e cittadini stranieri. Pur vivendo in condizioni di disagio, non rientrano in queste specifiche categorie. Un taglio orizzontale che non valuta il reale bisogno.
I dati che confermano le criticità
I numeri evidenziano un impatto significativo, soprattutto su alcune fasce della popolazione. Le famiglie straniere, nonostante la riduzione del requisito di residenza, sono state ulteriormente penalizzate dalla nuova scala di equivalenza. La percentuale di nuclei stranieri beneficiari è diminuita del 40%, un dato superiore al calo del 35% registrato tra le famiglie italiane. Persiste anche un forte squilibrio geografico. Il Nord Italia, dove risiede il 41% delle famiglie in povertà assoluta, riceve solo il 15% delle risorse destinate all'Assegno di inclusione. Il sistema, quindi, non solo restringe l'accesso, ma fatica a selezionare i reali destinatari del sostegno, lasciando fuori molti bisognosi.
Le proposte e il confronto con l'Europa
La Caritas sottolinea che l'Italia è l'unico Paese europeo senza un reddito minimo garantito universale. Questa scelta rappresenta un passo indietro sul piano della giustizia sociale. L'aumento delle richieste di aiuto alla rete Caritas per cibo e bollette testimonia le carenze del sistema pubblico. Il rapporto suggerisce un approccio "verticale", concentrando le risorse sui nuclei più poveri anziché escludere intere categorie. Vengono inoltre analizzati i limiti del Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl), definito poco efficace per un reale inserimento lavorativo. Si auspicano interventi integrati e politiche attive più incisive per un'inclusione reale.