Assegno Unico Universale: come ottenere la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori
Maggiorazione dell'Assegno Unico per genitori entrambi lavoratori: requisiti, controlli da fare, cause di esclusione e come richiedere arretrati.


L’Assegno Unico Universale (AUU) rappresenta uno strumento fondamentale per il sostegno economico delle famiglie con figli a carico. Oltre all'importo base, la misura prevede una serie di maggiorazioni che variano in base alla situazione economica e familiare del nucleo. Tra queste, spicca l’incremento dedicato ai nuclei in cui entrambi i genitori risultano occupati. Tuttavia, per beneficiare di tale integrazione, non basta semplicemente lavorare: è essenziale che la situazione lavorativa sia correttamente comunicata all’INPS e che l’ISEE sia aggiornato. Vediamo nel dettaglio come funziona questo beneficio, cosa può impedirne l’erogazione e come intervenire per recuperarlo.
La maggiorazione per genitori entrambi lavoratori: in cosa consiste
Tra le componenti integrative dell’Assegno Unico, è prevista una maggiorazione mensile fino a circa 34–35 euro per ciascun figlio minorenne, destinata alle famiglie in cui entrambi i genitori esercitano un’attività lavorativa. Questo beneficio può arrivare, complessivamente, fino a 360 euro all’anno per figlio. Si tratta di un aiuto concreto pensato per incentivare la partecipazione al lavoro e sostenere le famiglie che devono conciliare vita familiare e professionale.
Quando viene riconosciuta e cosa bisogna fare
L’erogazione della maggiorazione non è automatica. Anche se entrambi i genitori lavorano, l’INPS può non riconoscere il diritto alla quota aggiuntiva se:
- non è stato aggiornato l’ISEE in corso di validità,
- non sono stati dichiarati correttamente entrambi i genitori come lavoratori all’interno della domanda di AUU o nelle sue variazioni.
La tipologia contrattuale non è vincolante: sono inclusi lavoratori dipendenti, autonomi, occasionali, a chiamata, intermittenti, stagionali e con contratto part-time. Tuttavia, in presenza di forme di lavoro più instabili o discontinue, come rapporti a tempo determinato molto brevi o con interruzioni, l’INPS potrebbe non rilevare correttamente lo status occupazionale se le informazioni non sono puntualmente comunicate.
Situazioni particolari: attenzione al lavoro atipico
I rapporti di lavoro intermittenti, occasionali o di durata limitata possono complicare la verifica del requisito lavorativo. Per esempio, in caso di:
- inizio o cessazione di un contratto durante l’anno,
- assenza temporanea di attività lavorativa (es. disoccupazione temporanea),
- prestazioni saltuarie o non regolari,
è possibile che il sistema INPS non riconosca il diritto alla maggiorazione, anche se in quel periodo entrambi i genitori stanno lavorando.
In queste circostanze, è fondamentale aggiornare tempestivamente la propria situazione lavorativa e reddituale, soprattutto se ci sono variazioni recenti.
Come verificare la presenza della maggiorazione
Ogni cittadino può controllare in autonomia l’importo riconosciuto attraverso il fascicolo previdenziale del cittadino disponibile sul sito dell’INPS. Dopo aver effettuato l’accesso con le proprie credenziali (SPID, CIE o CNS), è possibile consultare l’area dedicata all’Assegno Unico Universale e verificare se, tra le voci indicate per ciascun figlio, compare la dicitura:
“Maggiorazione per genitori entrambi lavoratori”
Se tale voce non è presente, e si ha diritto all’incremento, è consigliabile procedere con gli aggiornamenti necessari.
Come ottenere l’importo spettante (anche arretrati)
Per sbloccare la maggiorazione non riconosciuta, è necessario:
- Aggiornare l’ISEE tramite i canali CAF, patronati o direttamente online con i servizi INPS.
- In caso di variazione recente della situazione lavorativa o reddituale, presentare un ISEE Corrente, che tiene conto di redditi e trattamenti aggiornati nei due mesi precedenti.
- Accertarsi che nella domanda dell’Assegno Unico risultino correttamente indicati entrambi i genitori come lavoratori.
Una volta rettificata la posizione, l’INPS potrà riconoscere non solo le future mensilità con l’incremento, ma anche gli arretrati spettanti per i mesi precedenti, a condizione che il diritto risulti accertabile retroattivamente.