Aumenti tariffe telefoniche: la proposta in Senato elimina la disdetta gratuita dei clienti
Il Ddl Concorrenza potrebbe autorizzare rincari automatici per le compagnie telefoniche, eliminando la disdetta gratuita per i clienti.
Il Senato discute il Ddl Concorrenza. Tra le proposte, spicca un emendamento che potrebbe consentire aumenti automatici delle tariffe telefoniche. Questa modifica, se approvata, permetterebbe rincari annuali superiori all'inflazione, senza diritto di recesso gratuito per gli utenti. Un'altra novità riguarda il telemarketing aggressivo, con possibili nuovi accessi ai numeri per i call center.
Rincari automatici e addio alla disdetta gratuita
La discussione sul Ddl Concorrenza presso la commissione Industria del Senato include una proposta di modifica significativa avanzata da Forza Italia. L'emendamento in questione, a prima firma del senatore Antonio Trevisi, mira a introdurre una clausola di adeguamento automatico nei contratti di telefonia. Attualmente, le compagnie possono aumentare i prezzi annualmente solo in linea con l'indice di inflazione; se l'aumento è superiore, il cliente ha diritto alla disdetta gratuita e può migrare verso un altro operatore senza penali.
La nuova proposta cambierebbe radicalmente questo scenario. Le aziende potrebbero inserire nei contratti la possibilità di aumenti superiori all'inflazione, specificando la percentuale aggiuntiva al momento della firma. Questo rincaro, applicabile una volta l'anno con un preavviso di due mesi, non verrebbe più considerato una "modifica delle condizioni contrattuali". Di conseguenza, verrebbe meno il diritto del consumatore di recedere gratuitamente.
Aumenti tariffe telefoniche: cosa cambia per i contratti
La normativa attuale prevede una tutela bidirezionale: se l'inflazione è negativa, come accaduto in passato (ad esempio nel 2016 e 2020), il prezzo dell'offerta teoricamente dovrebbe scendere. L'emendamento proposto da Forza Italia, invece, si concentra esclusivamente sugli aumenti. Permettendo l'inserimento di una percentuale aggiuntiva fissa oltre all'inflazione, si garantirebbe alle compagnie telefoniche una maggiore libertà di manovra sui prezzi, ma a scapito della flessibilità per il cliente.
Se un utente volesse cambiare operatore per evitare il rincaro automatico, dovrebbe sostenere i costi di disdetta previsti dal proprio contratto. È importante sottolineare che, secondo la proposta, queste nuove condizioni contrattuali non avrebbero effetto retroattivo. Si applicherebbero esclusivamente ai nuovi contratti firmati dopo l'eventuale approvazione della legge, o ai contratti esistenti che abbiano subito modifiche economiche unilaterali da parte dell'azienda negli ultimi dodici mesi.
Telemarketing e la gestione dei numeri di telefono
Oltre alla questione tariffe, il Ddl Concorrenza affronta anche il tema del telemarketing. Diversi emendamenti identici, presentati da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Italia Viva, propongono di modificare il Codice della comunicazione. Attualmente, la legge tutela i numeri di telefono e le informazioni di contatto che le compagnie raccolgono per esigenze di carattere operativo, come quelli inseriti nel database per la portabilità dei numeri mobili. Questi dati non possono essere trasmessi ai call center per scopi promozionali.
La modifica proposta mira a bypassare parzialmente questa tutela. Se gli emendamenti fossero approvati, i dati raccolti per "esigenze operative" potrebbero essere utilizzati per campagne di telemarketing. L'unica condizione richiesta sarebbe un consenso preventivo dell'utente, che con ogni probabilità si tradurrebbe in una semplice casella da spuntare al momento della firma del contratto, aprendo la porta a un potenziale incremento delle chiamate promozionali aggressive.