Avvio del nuovo anno scolastico: anche i presidi scettici, lezioni a 40 gradi e pochi docenti
Avvio del nuovo anno scolastico tra polemiche: lezioni a 40 gradi, pochi docenti di ruolo al Sud e carenza di insegnanti di sostegno. Tutti i nodi critici.
L'avvio del nuovo anno scolastico si preannuncia critico, soprattutto al Sud. L'associazione dei presidi solleva il problema delle temperature elevate a settembre, chiedendo di posticipare l'inizio delle lezioni o di installare condizionatori nelle aule. A questo si aggiunge la polemica sulle immissioni in ruolo dei docenti, con forti disparità tra le regioni.
Calendario scolastico e aule roventi
La proposta di posticipare l'inizio delle lezioni a causa del caldo intenso di settembre accende il dibattito. L'Anief, sindacato del settore, sottolinea l'impossibilità di svolgere attività didattiche con temperature proibitive, mettendo a rischio la salute di studenti e personale. L'alternativa sarebbe dotare tutte le aule di aria condizionata, una soluzione complessa data l'attuale situazione dell'edilizia scolastica, che in molte aree, come la Campania, presenta già numerose criticità e carenze strutturali.
Disparità nelle immissioni in ruolo
Un'altra questione critica riguarda le immissioni in ruolo dei docenti. Si registra una forte disparità territoriale: in Lombardia sono previste oltre 11.000 assunzioni a fronte delle appena 2.579 in Campania. Questa carenza di organico, denuncia la Cgil, impedisce di potenziare il tempo pieno, un obiettivo fondamentale per contrastare la dispersione scolastica, soprattutto in aree difficili. I numeri attuali sono insufficienti a garantire un'offerta formativa adeguata.
Emergenza insegnanti di sostegno
Per l'inizio del nuovo anno scolastico persiste anche il problema degli insegnanti di sostegno. In Campania, quasi la metà dei posti (15.230 su 31.201) sarà coperta da docenti precari. Questa situazione, sottolinea la Uil Scuola, compromette la continuità didattica per gli alunni con disabilità, un principio spesso richiamato dal Ministero. Molti insegnanti specializzati non ottengono il trasferimento definitivo, vedendosi assegnati ogni anno a istituti diversi, a discapito della stabilità educativa.