Bambini tra iper-attività e schermi: allarme di Joel Dicker
Joel Dicker denuncia l’eccesso di attività nei bambini: tra iper-programmazione, diritto al gioco libero e timore degli schermi digitali.


Lo scrittore Joel Dicker lancia un grido d’allarme sul sovraccarico di attività extrascolastiche che limita il gioco libero dei bambini. Il dibattito divide genitori italiani tra la necessità di stimoli strutturati e il diritto all’infanzia spensierata, mettendo a confronto tre visioni educative contrastanti.
Le pressioni sull’infanzia contemporanea
Al Salone del Libro di Torino, Dicker ha evidenziato come i bambini di oggi siano sottoposti a aspettative eccessive, con giornate trasformate in corse contro il tempo tra lingue, strumenti musicali e sport. L’autore svizzero ha dichiarato: “A volte dobbiamo fermarci e dire ai bambini: sei un bambino, goditi la vita e fai ciò che ti rende felice”. L’intervento ha acceso il dibattito online, con genitori divisi tra chi sostiene l’iper-programmazione pomeridiana e chi privilegia il gioco libero, esempio pratico di come le scelte educative incidano sul benessere psicofisico dei più piccoli.
Tre approcci a confronto sul tempo dei bambini
Dalla discussione sui social emergono tre prospettive principali. La prima promuove momenti non strutturati, lasciando ai bambini libertà di esplorare interessi spontanei. La seconda valorizza le attività programmate, ritenute utili a sviluppare competenze e inclinazioni naturali senza comprimere la felicità infantile. La terza considera le esperienze organizzate come antidoto alla dipendenza da schermi digitali, fornendo stimoli di socializzazione reale e sviluppo motorio. Ogni posizione riflette diversi equilibri tra crescita cognitiva, sociale e benessere emotivo.
Il contesto sociale e la necessità di equilibrio
Le scelte educative sono influenzate da cambiamenti sociali e lavorativi, come famiglie con genitori entrambi occupati, traffico urbano e percezione di insicurezza. Per molte famiglie, le attività organizzate sono l’unico modo per garantire esperienze di gruppo in ambienti controllati. Tuttavia, alcuni commentatori chiedono un ritorno a equilibrio e qualità del tempo familiare, con scuole che riducano il carico di compiti e favoriscano il gioco educativo. Il dibattito evidenzia l’assenza di ricette universali, richiedendo alle famiglie di navigare tra bisogni dei figli, vincoli pratici e modelli educativi talvolta contrastanti.