Bocciatura sospesa per bullismo: ecco la motivazione del TAR Puglia
Il TAR accoglie il ricorso: la bocciatura è illegittima se la scuola ignora l'impatto di discriminazioni e clima ostile sul rendimento.
Una recente sentenza del TAR Puglia ha stabilito che la bocciatura di uno studente deve essere annullata se l'istituto scolastico non considera il contesto ambientale. I giudici amministrativi hanno accolto l'istanza dei genitori, sottolineando come bullismo e discriminazione abbiano pesantemente condizionato l'apprendimento. È emerso chiaramente l'obbligo per i docenti di valutare attentamente l'impatto delle dinamiche relazionali sul percorso di studi del ragazzo.
Il ricorso della famiglia contro la bocciatura
La vicenda giudiziaria trae origine dalla ferma opposizione dei genitori contro la decisione dell'istituto di non ammettere il figlio alla classe successiva. I legali della famiglia hanno impugnato formalmente una serie di atti amministrativi scolastici, tra cui il verbale definitivo del consiglio di classe e la scheda di valutazione finale, ritenendoli viziati da difetti procedurali e sostanziali. Al centro della contestazione vi è la mancata analisi, da parte del corpo docente, delle gravi difficoltà ambientali vissute dallo studente durante l'anno. Secondo la difesa, la scuola non avrebbe tenuto conto delle segnalazioni pregresse, omettendo inoltre di fornire il necessario preavviso di rigetto che avrebbe permesso un contraddittorio. Tale mancanza ha impedito alla famiglia di esporre tempestivamente le proprie ragioni, rendendo la valutazione finale incompleta e priva di quegli elementi contestuali necessari per un giudizio equo e trasparente sul percorso educativo.
Le incongruenze nella gestione del bullismo
L'analisi della documentazione da parte del Tribunale Amministrativo Regionale ha portato alla luce evidenti contraddizioni nell'operato della scuola. Mentre una relazione interna dell'istituto confermava l'esistenza di episodi di prepotenza, descrivendo un clima di classe difficile caratterizzato da atti di bullismo, il consiglio di classe ha successivamente negato tali circostanze in sede di scrutinio. Questa discrepanza tra quanto accertato internamente e quanto verbalizzato al momento della decisione finale ha costituito il nodo cruciale della sentenza. I magistrati hanno richiamato l'istituto alle proprie responsabilità, evidenziando una palese carenza di motivazione nel provvedimento di non ammissione. La giurisprudenza amministrativa, citata nel dispositivo, impone infatti di considerare non solo i voti numerici, ma anche la situazione di partenza e di arrivo, valorizzando gli elementi peculiari del percorso, specialmente quando il disagio psicologico causato dai compagni incide direttamente sul profitto scolastico.
La decisione del TAR e le misure future
Alla luce delle criticità emerse durante la fase istruttoria, il TAR ha disposto la sospensione dell'efficacia del provvedimento scolastico, permettendo al giovane di iscriversi con riserva alla classe successiva. La scelta dei giudici è stata dettata dalla necessità di prevenire un pregiudizio grave e irreparabile che avrebbe colpito lo studente nelle more del giudizio definitivo. La sentenza impone ora alla scuola di adottare un approccio più trasparente, predisponendo percorsi didattici individualizzati che tengano conto del vissuto del ragazzo. L'istituto dovrà agire nel pieno rispetto degli obblighi di privacy e trasparenza amministrativa, evitando che la vittima subisca ulteriori danni dal contesto educativo. Il procedimento è stato aggiornato all'udienza di merito fissata per il giugno 2026, lasciando aperto un importante dibattito giuridico su come il sistema scolastico debba gestire, con regole di diritto e buon senso, le situazioni in cui il successo formativo è minacciato da fattori esterni.