Bolzano, Gite scolastiche: i Prof bloccano le uscite didattiche, gli studenti protestano
I docenti bloccano le uscite per protesta contro la burocrazia. I ragazzi delle superiori organizzano viaggi autonomi e scatta la polemica.
Nel sistema educativo dell'Alto Adige si respira un clima di forte tensione che rischia di compromettere l'anno accademico. A causa della ferma protesta dei docenti, che rivendicano un alleggerimento burocratico e aumenti salariali, le gite scolastiche e molte attività integrative sono state cancellate. Gli studenti, tuttavia, non accettano passivamente la situazione: i liceali di Bolzano hanno deciso di pianificare viaggi autonomi, sfidando apertamente le istituzioni scolastiche e creando un caso che divide l'opinione pubblica.
La mobilitazione studentesca per salvare le gite scolastiche
La risposta degli alunni al blocco delle attività non si è fatta attendere e sta assumendo contorni sempre più organizzati. Di fronte alla cancellazione dei viaggi, i rappresentanti di istituti storici come il Liceo Carducci, il Torricelli e il Pascoli si sono coordinati per definire azioni comuni. Sul tavolo c'è l'ipotesi concreta di uno sciopero generale delle scuole superiori, ma è l'iniziativa delle classi quarte e quinte a destare scalpore. Essendo maggiorenni, molti studenti hanno deciso di auto-organizzarsi, finanziando le uscite tramite la vendita di torte e panini durante le udienze. La loro determinazione è chiara: pur di non perdere il viaggio d'istruzione, sono disposti ad affrontare assenze che potrebbero non essere giustificate, ribadendo il loro diritto a vivere esperienze formative fondamentali.
Le rivendicazioni sindacali e il muro contro muro
Alla base del disagio c'è una vertenza complessa tra il corpo docente e l'amministrazione provinciale. Gli insegnanti chiedono non solo un adeguamento all'inflazione, ma anche aumenti fino a 5mila euro lordi l'anno e il riconoscimento formale dell'impegno per le attività extrascolastiche. La protesta, partita dalla Val Pusteria e guidata dal "Gruppo dignità istruzione docenti", si è estesa rapidamente nel capoluogo. La Provincia ha reagito con durezza, minacciando lo stop alle trattative per il nuovo contratto se le agitazioni non rientreranno. I sindacati, rifiutando l'ultimatum, hanno confermato la linea del rigore: i professori si atterranno strettamente al minimo sindacale, escludendo qualsiasi attività non obbligatoria, dai corsi di teatro all'educazione stradale, paralizzando di fatto l'offerta formativa aggiuntiva.
Il tentativo di mediazione e le differenze territoriali
Mentre lo scontro istituzionale prosegue, famiglie e dirigenti scolastici cercano disperatamente una via d'uscita. Si sta lavorando alla creazione di una commissione mista, composta da docenti, genitori e studenti, per tentare una mediazione che riporti serenità nelle aule. Tuttavia, la situazione è a macchia di leopardo: se a Bolzano l'adesione alla protesta è massiccia, in centri come Merano e nella Bassa Atesina prevale lo scetticismo verso una sospensione delle uscite che sembra penalizzare solo i ragazzi. Alcuni dirigenti, come al Liceo Pascoli, hanno aperto alla possibilità di giustificare le assenze per le gite autogestite, ma il silenzio stampa di molti presidi conferma che la soluzione al conflitto è ancora lontana e le tensioni interne restano altissime.