Boom di richieste di mobilità nel 2025: +32% a Verona, pesano caro vita e nuove deroghe
Mobilità docenti 2025 in aumento: +32% a Verona. Pesano le nuove deroghe e il caro vita. Crescono le richieste di trasferimento verso il Sud.
Nel 2025 si registra un’impennata nelle richieste di mobilità da parte degli insegnanti, con un aumento marcato soprattutto nella provincia di Verona. A livello regionale, il Veneto vede crescere sensibilmente le domande di trasferimento grazie a nuove deroghe introdotte per agevolare i docenti con esigenze familiari. A pesare, però, è anche il caro vita nelle province del nord, che spinge molti insegnanti a tornare verso sud.
Mobilità scolastica in crescita: i numeri
A Verona, le richieste di trasferimento da parte dei docenti sono passate da 897 dello scorso anno a 1.190 nel 2025, con un aumento del 32%. Si tratta di insegnanti che desiderano cambiare istituto, provincia o addirittura regione. In Veneto, il numero complessivo delle domande di mobilità ha toccato quota 6.022, segnando un incremento di 1.463 richieste rispetto all’anno precedente.
Nel computo rientrano anche i passaggi di ruolo e di cattedra, facenti parte della mobilità professionale.
Le nuove deroghe che favoriscono i trasferimenti
L’Ufficio scolastico regionale ha spiegato che l’aumento era prevedibile, vista l’introduzione di nuove deroghe ai vincoli sulla mobilità. Sono stati rivisti i criteri legati alla sfera familiare, con un ampliamento del punteggio per chi ha figli fino a 16 anni (contro i 12 precedenti), per chi assiste genitori over 65 e per i docenti con familiari disabili.
Tuttavia, restano fermi alcuni limiti: il vincolo quinquennale per i neo immessi in ruolo su sostegno non viene superato, anche in presenza di queste nuove agevolazioni.
Nessun esodo, ma i posti scarseggiano
Secondo Marco Bussetti, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, non si tratta di un esodo. Se da una parte cresce la platea dei docenti che può richiedere la mobilità, dall’altra si riducono i posti disponibili, a causa sia dell’incremento delle immissioni in ruolo sia del calo demografico.
Nel settembre 2025 si prevede una perdita di circa 9.000 alunni nelle scuole venete, con conseguente riduzione dei posti su cattedra comune. Alcune cattedre saranno comunque coperte tramite la mobilità passiva, cioè con docenti che chiedono di trasferirsi verso il Veneto.
Il costo della vita spinge verso il Sud
La difficoltà nel sostenere il costo della vita nelle province settentrionali sta diventando un fattore determinante. Affitti elevati e spese quotidiane sempre più difficili da affrontare con lo stipendio da insegnante stanno spingendo molti docenti originari del sud a chiedere il trasferimento verso casa.
Rita Fusinato, presidente di Anief Veneto, segnala un aumento delle richieste di rientro, soprattutto da parte di insegnanti meridionali in difficoltà economica. Il sindacato ha proposto l’introduzione di un’indennità di trasferta per i docenti che lavorano a centinaia o migliaia di chilometri dalla propria residenza.
Anche Lucia D’Aprile, segretaria provinciale di Uil Scuola, sottolinea come l’annunciato aumento degli stipendi non sia sufficiente: “Si parla di 56 euro in più, ma si tratta solo del 6% a fronte di un’inflazione che ha superato il 16%”.