Bullismo a scuola, indagati quattro minori: la vittima costretta a cambiare istituto

Quattro minori indagati a Taranto per bullismo: la vittima, presa di mira per la sua fede, costretta a cambiare scuola dopo mesi di violenze.

12 aprile 2025 13:10
Bullismo a scuola, indagati quattro minori: la vittima costretta a cambiare istituto - Bullismo
Bullismo
Condividi

Un ragazzo studioso e riservato, preso di mira per la sua fede e il suo carattere tranquillo, è stato costretto ad abbandonare la scuola a causa del bullismo subite da parte di quattro coetanei. Calci, insulti, bestemmie, sputi e atti persecutori sistematici, anche in aula, hanno segnato i mesi trascorsi nell’istituto superiore di Manduria. Ora, la Procura per i minorenni di Taranto ha chiuso le indagini nei confronti dei presunti responsabili, tutti all’epoca dei fatti minorenni. Un caso emblematico della violenza tra pari che solleva interrogativi anche sul ruolo della scuola

Atti di bullismo in classe

La vittima frequentava il terzo anno ed era nota per il suo impegno scolastico e per la sua religiosità, tratti che sarebbero diventati il bersaglio delle continue vessazioni. Le violenze sarebbero avvenute anche all’interno della classe, alla presenza di altri compagni. I quattro, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbero malmenato il ragazzo più volte, rivolgendogli insulti irripetibili e reiterati gesti di disprezzo.

La denuncia e l'intervento della magistratura minorile

A seguito della denuncia presentata dai familiari, il pubblico ministero Lelio Fabio Festa ha ipotizzato nei confronti dei quattro indagati i reati di percosse, lesioni personali volontarie e atti persecutori. Le indagini, ora concluse, coinvolgono ragazzi tra i 17 e i 18 anni – all’epoca tutti minorenni – residenti a Manduria, Erchie e Oria. La vittima, poco più giovane, è originaria di Oria. Per ragioni di riservatezza, non sono stati diffusi ulteriori dettagli.

La scuola e il silenzio

Per mesi gli episodi sarebbero passati sotto silenzio. Solo dopo l’assenza prolungata della vittima, una docente avrebbe approfondito la questione, promuovendo un confronto in classe. In quell’occasione, sarebbero arrivate le scuse pubbliche e l’impegno a cambiare atteggiamento. Ma la tregua è durata poco: con il tempo le violenze sarebbero riprese, ancora più gravi.

Il trasferimento e la battaglia legale

Nonostante i tentativi di mediazione, la famiglia ha deciso infine di trasferire il figlio in un’altra scuola, nel tentativo di tutelarlo dal clima ostile e dalle continue aggressioni. Il caso, tuttavia, non si è chiuso con il trasferimento: la denuncia dettagliata ha portato all’apertura di un’indagine penale, che ora è giunta a conclusione in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.