Cacciari: Scuola soffocata dalla burocrazia, a rischio autonomia e qualità didattica

Cacciari denuncia la deriva burocratica della scuola: la libertà didattica è soffocata da riunioni e moduli, docenti ridotti a ingranaggi del sistema

29 luglio 2025 13:23
Cacciari: Scuola soffocata dalla burocrazia, a rischio autonomia e qualità didattica - Massimo Cacciari
Massimo Cacciari
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Secondo Massimo Cacciari, l'accumulo di adempimenti burocratici sta minando la libertà didattica dei docenti, riducendo lo spazio per lo studio, la creatività e l’innovazione. Riunioni continue, format rigidi e rendicontazioni ossessive svuotano l’insegnamento del suo significato originario, trasformando la scuola in una macchina amministrativa più che educativa

Cacciari: burocrazia dominante e docenti demotivati

L’attuale organizzazione scolastica secondo Cacciari è caratterizzata da una crescita esponenziale di obblighi amministrativi, che sottraggono risorse e tempo all’attività didattica. I docenti si ritrovano sempre più spesso impegnati in riunioni, compilazione di moduli, relazioni, piani e rendiconti, spesso estranei alla sostanza dell’insegnamento. Questo meccanismo di controllo ha trasformato molte scuole in uffici documentali, in cui il rispetto delle procedure è diventato prioritario rispetto alla qualità educativa. Le attività di aggiornamento professionale, un tempo cardine della preparazione docente, vengono relegate ai margini a causa della pressione esercitata dalle incombenze burocratiche. Secondo diverse rilevazioni interne, oltre un terzo del tempo lavorativo viene assorbito da pratiche non didattiche, con picchi ancora più alti per chi assume incarichi organizzativi.

Libertà didattica compressa da controlli e standard

La libertà di insegnamento, costituzionalmente garantita, è oggi insidiata da una cultura del controllo che impone griglie di valutazione uniformi, progettazioni dettagliate e documentazioni ripetitive. Il principio di autonomia scolastica, nato per valorizzare la specificità degli istituti e la responsabilità dei docenti, si è trasformato in un contenitore svuotato di contenuti reali, gestito attraverso una burocrazia autoreferenziale. Le riunioni degli organi collegiali si riducono a iter formali, senza spazio per riflessioni metodologiche o confronto pedagogico. L’azione educativa viene appiattita da schemi rigidi che omologano verso il basso e annullano ogni spinta innovativa. L’efficacia dell’insegnamento non viene più misurata sulla base dell’impatto sugli studenti, ma sul grado di conformità ai modelli prescritti.

La burocratizzazione danneggia motivazione e qualità

Il risultato è un corpo docente sempre più demotivato e impoverito nella propria funzione intellettuale, costretto a privilegiare la compilazione di documenti rispetto alla progettazione educativa. La formazione continua diventa difficile da pianificare e da realizzare, mentre la qualità della rendicontazione scade a causa della saturazione dei carichi. Questo circolo vizioso genera un’illusione di efficienza, in cui la quantità di pratiche sostituisce la qualità dell’insegnamento. La meritocrazia viene svuotata di significato, perché fondata sul rispetto formale delle procedure anziché sulla valutazione del lavoro didattico effettivo. La scuola rischia così di perdere la propria funzione formativa, riducendosi a meccanismo di adattamento passivo alle logiche del sistema produttivo, piuttosto che luogo di crescita critica e consapevole