Caos test di Medicina: 6mila ricorsi per irregolarità, per il MUR resta valido
Il test di Medicina finisce in tribunale tra smartphone e chat: studenti pronti alla battaglia legale mentre il Governo esclude l'annullamento totale.
La recente sessione del test di Medicina rischia di essere invalidata da una pioggia di contestazioni legali dovute a gravi irregolarità riscontrate in tutta Italia. Mentre le associazioni studentesche denunciano l'uso indiscriminato di dispositivi elettronici, si stima che siano pronti ben 6mila ricorsi per tutelare il merito e la trasparenza della prova, mettendo a rischio la stabilità delle graduatorie.
Le criticità riscontrate durante il test di Medicina
L'esordio della riforma, pensata per introdurre un meccanismo di accesso più equo tramite il cosiddetto "semestre filtro", si è scontrato con una realtà operativa problematica. Le aspettative di un concorso sereno sono state disattese dalle numerose segnalazioni di scarsa sorveglianza nelle aule.
Dalle testimonianze emerge un quadro preoccupante in cui la tecnologia è stata utilizzata per aggirare le regole. Si segnalano candidati con smartphone attivi, l'uso di smartwatch e, fatto ancor più grave, la condivisione in tempo reale di domande d'esame su chat e social network.
Questa situazione di anarchia ha permesso ad alcuni partecipanti di consultare l'intelligenza artificiale o ricevere aiuti esterni, penalizzando chi ha rispettato le consegne.
La valanga di ricorsi e la reazione delle associazioni
Le stime attuali suggeriscono che circa un candidato su dieci sia pronto a intraprendere le vie legali. Su una platea totale di 60mila iscritti, sono quasi 6mila gli studenti che hanno avviato o stanno preparando un ricorso amministrativo.
Le associazioni di categoria hanno assunto una posizione netta:
UDU (Unione degli Universitari): Il coordinatore Alessandro Bruscella ha denunciato violazioni sistematiche, come plichi aperti in anticipo e il mancato rispetto dell'anonimato, definendo le irregolarità intollerabili.
Medici senza filtri: Il comitato, supportato da studi legali, ha raccolto centinaia di testimonianze sull'uso di dispositivi elettronici e richiede misure drastiche per il futuro, come l'introduzione di metal detector.
Le richieste avanzate dagli studenti non si limitano alla denuncia. Si punta a modificare il regolamento in corsa, chiedendo di poter scegliere il voto migliore tra le sessioni disponibili, eliminando l'obbligo attuale di scartare il primo risultato.
La linea del Ministero: sanzioni mirate e nessun annullamento
Nonostante il caos mediatico e giudiziario, il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) mantiene una linea ferma. La Ministra Bernini e la CRUI hanno escluso l'ipotesi di un annullamento totale della prova, ritenendo che tale misura bloccherebbe l'intero anno accademico.
La strategia istituzionale prevede di individuare e punire esclusivamente i singoli responsabili delle violazioni. Tuttavia, associazioni e famiglie rimangono scettiche: identificare a posteriori chi ha utilizzato auricolari o ricevuto suggerimenti via chat appare tecnicamente complesso, lasciando il dubbio che le graduatorie restino viziate da un'ingiustizia di fondo.