Carta docente: anche i supplenti ne hanno diritto [SENTENZA]
La Carta docente da 500 euro spetta anche ai docenti precari: la Corte Costituzionale lo conferma con la sentenza n.121 del 2025.

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La Corte Costituzionale ha confermato un principio fondamentale: la Carta docente da 500 euro spetta anche ai docenti precari. Con la sentenza n.121/2025, la Consulta ha messo fine a ogni tentativo di limitare questo diritto per ragioni di bilancio.
Perché è nata la questione sulla Carta docente
La Carta docente, introdotta dalla legge “Buona Scuola”, assegna 500 euro all’anno agli insegnanti di ruolo per acquistare libri, software, corsi di formazione e partecipare ad eventi culturali. Tuttavia, questa misura ha escluso finora i docenti con contratto a tempo determinato, ossia i supplenti, nonostante svolgano lo stesso lavoro dei colleghi assunti a tempo indeterminato.
Negli ultimi anni, migliaia di insegnanti precari hanno contestato questa esclusione, sostenuti dal sindacato ANIEF e dai legali Walter Miceli e Nicola Zampieri. Il caso è arrivato prima davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, poi alla Corte di Cassazione, entrambe favorevoli all’estensione del bonus anche ai supplenti.
Il Tribunale di Torino e il nodo costituzionale
Il Tribunale di Torino ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare un possibile contrasto con l’articolo 81 della Costituzione. Il dubbio nasceva dal fatto che la legge aveva previsto fondi (circa 381 milioni di euro) solo per i docenti di ruolo. Estendendo la Carta docente anche ai precari, le risorse previste non sarebbero bastate.
La risposta del Governo: i diritti non dipendono dai bilanci
Il Governo ha riconosciuto il problema delle risorse, ma ha ribadito che ciò non rende incostituzionale il diritto alla Carta docente. In caso di spese superiori al previsto, la legge prevede strumenti per reperire nuovi fondi. Inoltre, nella Legge di Bilancio 2025, lo Stato ha già aumentato lo stanziamento, prevedendo 60 milioni di euro in più per includere anche i supplenti annuali.
La decisione della Corte Costituzionale: diritti garantiti, fondi da trovare
La Corte Costituzionale ha chiarito che:
- Tutti i docenti, inclusi i supplenti, hanno diritto alla Carta docente.
- La legge resta conforme alla Costituzione, anche se i fondi iniziali non bastano più.
- Spetta al Parlamento e non ai giudici trovare le risorse per rispettare i diritti riconosciuti.
La sentenza conferma che i diritti dei lavoratori della scuola non si fermano davanti ai vincoli di bilancio.
Cosa succede adesso: supplenti tutelati anche per il passato
Chi ha lavorato con incarichi a tempo determinato può chiedere la Carta docente anche per gli anni passati, come già stabilito dalla Corte di Cassazione. In assenza del bonus, il docente può rivolgersi al giudice per ottenere il riconoscimento.
La battaglia di ANIEF: una vittoria per la parità dei diritti
Il sindacato ANIEF ha definito la sentenza “storica” e ha annunciato nuove azioni legali per tutelare tutti i supplenti, inclusi quelli con incarichi brevi o saltuari. Dopo anni di ricorsi, ANIEF ottiene una vittoria decisiva: nessuna scusa economica può più giustificare la discriminazione tra insegnanti di ruolo e precari.
La Carta docente diventa un diritto per tutti
Con questa sentenza, la Carta docente diventa un diritto universale per tutti gli insegnanti, indipendentemente dal tipo di contratto. La Consulta ha ribadito un principio chiaro: lo Stato non può limitare i diritti fondamentali per motivi di bilancio. Ora tocca al Parlamento e al Ministero dell’Economia garantire le risorse necessarie.