Cassa integrazione e malattia: come funziona l’indennità nei diversi casi
Cassa integrazione e malattia: come funziona l’indennità e quali regole segue l’INPS nei casi di sospensione o riduzione del lavoro.


Affrontare un periodo di cassa integrazione può essere complicato, soprattutto se si aggiunge una malattia. Le regole dell’INPS variano in base al tipo di sospensione o riduzione dell’orario. Ecco cosa spetta al lavoratore e come si calcola l’indennità nei diversi scenari possibili.
Cassa integrazione a zero ore e malattia
Quando la cassa integrazione è a zero ore, significa che l’attività lavorativa è completamente sospesa. In questo caso il lavoratore non riceve l’indennità di malattia, ma continua a percepire solo la CIG. La logica è che la malattia non incide su un lavoro già sospeso: il lavoratore, anche se malato, non avrebbe comunque svolto alcuna prestazione.
Inoltre, non vi è obbligo di comunicazione all’INPS per malattia, poiché l’evento non produce effetti economici ulteriori. Questa situazione è la più lineare e rappresenta l’applicazione diretta del principio di non cumulabilità tra trattamenti sostitutivi della retribuzione.
Malattia prima dell’avvio della cassa integrazione
Se la malattia insorge prima della cassa integrazione, la disciplina si complica. Bisogna distinguere tra CIG collettiva e CIG parziale. Quando la sospensione riguarda tutto il personale o l’intero reparto, dal momento in cui parte la CIG l’indennità di malattia viene interrotta e sostituita dalla CIG. L’evento di sospensione collettiva prevale, perché rende inutile il proseguimento della tutela per malattia.
Diversamente, se la cassa integrazione coinvolge solo parte dei lavoratori, chi è già in malattia continua a percepire la prestazione sanitaria INPS fino alla fine del periodo di prognosi. Solo una volta terminata, e se la CIG è ancora in vigore, inizierà a ricevere l’integrazione salariale. Questa distinzione tutela la coerenza tra diritto alla cura e diritto al sostegno economico.
Cassa integrazione con riduzione d’orario
Quando la cassa integrazione è parziale e prevede una riduzione dell’orario di lavoro, la situazione cambia ancora. In questo caso prevale sempre l’indennità di malattia, perché l’obbligo lavorativo non è del tutto sospeso. Se il lavoratore si ammala, non può svolgere nemmeno le ore residue previste, e dunque è giustificato a percepire l’indennità di malattia per l’intero periodo.
L’INPS, o l’azienda in sua vece, eroga quindi la prestazione di malattia che sostituisce sia la parte di retribuzione ordinaria sia la quota di CIG spettante per le ore ridotte. Questo principio garantisce continuità di tutela e impedisce che il lavoratore subisca una doppia penalizzazione economica.
INPS o azienda: chi paga
Sia l’indennità di malattia sia la cassa integrazione sono pagate dall’INPS, anche se spesso l’importo viene anticipato dal datore di lavoro e poi conguagliato nei versamenti contributivi. Gli importi possono variare in base al Contratto Collettivo Nazionale applicato, che in molti casi prevede una integrazione aziendale per garantire un reddito più vicino alla normale retribuzione. Quando prevale la CIG, tale integrazione è sostituita dal trattamento di integrazione salariale. L’obiettivo è assicurare una tutela economica uniforme e coerente con la sospensione dell’attività.