Cellulari a scuola, docenti e presidi contro il divieto totale di Valditara

Docenti e presidi contestano il divieto totale degli smartphone a scuola e chiedono al ministro Valditara regole più flessibili e inclusive.

07 ottobre 2025 13:55
Cellulari a scuola, docenti e presidi contro il divieto totale di Valditara - divieto dello smartphone
divieto dello smartphone
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Dopo la decisione del Ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara di vietare l’uso degli smartphone a scuola — non solo in classe ma anche durante la ricreazione e nei viaggi d’istruzione — si alzano le prime voci contrarie. Docenti e dirigenti scolastici chiedono di rivedere la norma, sottolineando l’importanza educativa e didattica che i cellulari possono avere se usati con criterio.

A Treviso gli insegnanti scrivono al ministro: "Serve più flessibilità"

All’istituto “Duca degli Abruzzi” di Treviso, docenti e studenti si stanno adeguando alla nuova normativa, ma non senza perplessità. Gli insegnanti, pur rispettando il divieto durante le lezioni frontali, rivendicano il valore dello smartphone come strumento didattico, utile a integrare la didattica tradizionale. Hanno deciso di elaborare una lettera indirizzata direttamente al ministro Valditara per chiedere modifiche alla norma, auspicando che venga concessa almeno una deroga per l’utilizzo guidato dai docenti. Nel frattempo, nessun cellulare è stato sequestrato: i professori, consapevoli dei dubbi giuridici sulla legittimità di tale pratica, preferiscono puntare sul dialogo e sulla responsabilizzazione.

Anche altre scuole si uniscono al dissenso: “Così si esclude chi non ha tablet”

Dal liceo “Riccatidi Treviso al Polo tre di Fano, le critiche si allargano. La dirigente Francesca Modin esprime il proprio disappunto per l’esclusione degli smartphone anche a fini didattici. La collega marchigiana, Maria Eleonora Augello, denuncia invece il rischio di creare nuove disuguaglianze: "Non possiamo pretendere che tutte le famiglie acquistino un tablet", spiega, ricordando gli sforzi già in corso per contenere i costi scolastici. Secondo Augello, i telefonini in classe servivano a rendere le lezioni più coinvolgenti e accessibili, un valore che ora rischia di andare perso.

Educare all’uso consapevole invece di vietare: la proposta delle scuole

Alla base delle critiche c’è una diversa visione dell’educazione. Per molti dirigenti scolastici, la scuola dovrebbe aiutare gli studenti a sviluppare un uso critico e consapevole degli strumenti digitali, non limitarne l’accesso in modo assoluto. “Vietare non insegna — spiega Augello —, mentre educare all’uso responsabile costruisce competenze durature”. Il rischio, secondo questa prospettiva, è che i ragazzi imparino ad aggirare le regole o a usare male la tecnologia lontano dagli occhi degli adulti. La scuola, invece, può diventare il luogo in cui si impara a convivere con gli strumenti digitali in modo sano e utile.

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