Chiamata diretta 'mascherata' sul sostegno: allarme trasparenza
Il DM 32/2025 reintroduce la chiamata diretta sul sostegno, minacciando trasparenza e meritocrazia. Il Collettivo chiede un piano di stabilizzazione.


Il ritorno della chiamata diretta, reintrodotto sotto forma di “continuità didattica” per i docenti di sostegno, minaccia trasparenza, equità e diritti. Il nuovo meccanismo, contestato dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, rischia di estendersi a tutto l’organico, sostituendo ai criteri oggettivi di graduatoria scelte discrezionali e opache.
Continuità didattica o chiamata diretta camuffata?
Il DM 32/2025 consente ai dirigenti di riconfermare i docenti di sostegno su richiesta della famiglia, aggirando di fatto graduatorie, punteggi e titoli. Per il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, si tratta di un “ritorno mascherato della chiamata diretta”, sistema abolito con la fine della riforma “Buona Scuola” perché incompatibile con principi di trasparenza e imparzialità. La continuità proposta appare dunque una soluzione di facciata che sacrifica criteri oggettivi in favore di discrezionalità.
La chiamata diretta: un meccanismo che può 'contagiare' tutto l’organico
Se applicata senza correttivi, la riconferma discrezionale sul sostegno potrebbe diventare un pericoloso precedente per l’intera macchina delle supplenze, rimettendo ai dirigenti il potere di scegliere i docenti al di fuori degli elenchi provinciali. L’equilibrio costruito con le GPS verrebbe così scavalcato, con effetti dirompenti su trasparenza, meritocrazia e uniformità di trattamento tra province e istituti. Il rischio è la creazione di un sistema di preferenze personalistiche, lontano da ogni garanzia di equità.
Precarietà e famiglie strumentalizzate
Il governo, denuncia il Collettivo, sfrutta la precarietà cronica dei docenti e la legittima esigenza di stabilità delle famiglie per giustificare l’aggiramento delle graduatorie. Ma la “continuità” offerta è una toppa temporanea e iniqua: conferme limitate a un solo anno non risolvono la dispersione di competenze e affetti che colpisce gli alunni con disabilità. La vera continuità si costruisce solo con assunzioni stabili e non con deroghe che alimentano incertezze e ingiustizie.
La richiesta: piano straordinario di stabilizzazione
Il Collettivo chiede l’immediata sospensione di ogni pratica assimilabile alla chiamata diretta e l’avvio di un piano straordinario di assunzione per tutti i precari, a partire da quelli del sostegno. Solo attraverso ruoli definitivi e criteri trasparenti si può difendere una scuola davvero inclusiva. Lasciare che la precarietà diventi la norma—sostiene il comunicato—significa giocare sulla pelle di alunni, famiglie e docenti, trasformando il sostegno in un laboratorio di politiche che smantellano diritti conquistati con fatica.