Chiara Appendino lascia la vicepresidenza del M5s
L'ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha formalizzato l'addio al ruolo di vice presidente. Critiche sulla linea politica del Movimento.


La deputata Chiara Appendino ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di vicepresidente del Movimento 5 Stelle. La decisione è stata ufficializzata durante il Consiglio nazionale del M5s. L'annuncio, sebbene atteso, segna un momento di tensione interna. Alla base della scelta ci sarebbero divergenze sul posizionamento politico e sulla linea strategica adottata dai vertici.
Le dimissioni durante il Consiglio nazionale
L'addio di Chiara Appendino era nell'aria da alcuni giorni. Le voci si erano intensificate martedì, dopo la riunione congiunta dei gruppi parlamentari pentastellati. La conferma definitiva è arrivata durante il Consiglio nazionale del M5s. L'ex sindaca di Torino, figura di spicco del Movimento, ha preso la parola e ha formalizzato il suo passo indietro. Si tratta di una decisione sofferta ma irrevocabile, come traspare dalle sue motivazioni. La sua uscita dalla vicepresidenza apre un vuoto significativo nell'organigramma del Movimento 5 Stelle.
La deputata piemontese non era solo un nome di facciata. Era considerata una figura di mediazione e sintesi. Rappresentava un ponte tra l'ala più pragmatica, quella "governista", e l'ala più movimentista e ortodossa. La sua esperienza amministrativa alla guida di Torino è stata spesso vista come un modello di governo M5s nelle grandi città. Un'esperienza complessa, ma che le ha conferito autorevolezza. Ora, questa figura chiave fa un passo di lato, segnalando un disagio profondo che non si limita alla sua persona.
Chiara Appendino e le critiche alla linea politica M5s
Il cuore della decisione di Chiara Appendino risiede nelle profonde divergenze strategiche. Nel suo intervento, ha ribadito con fermezza le perplessità già espresse in altre sedi. La deputata contesta il posizionamento politico attuale del Movimento. Si critica una linea ritenuta non sufficientemente chiara su temi cruciali e una tendenza all'isolamento. L'ex sindaca spingeva per un M5s più definito e orientato al governo del Paese. Auspicava un approccio pragmatico, capace di costruire alleanze e di incidere realmente, meno focalizzato sulla pura opposizione testimoniale.
Le sue critiche non sono un attacco personale alla leadership, ma una riflessione di merito sulla rotta del Movimento 5 Stelle. Si teme un progressivo allontanamento dai problemi reali dei cittadini. La sua visione differisce da quella predominante su dossier internazionali, alleanze e priorità tematiche. Questo strappo evidenzia una frattura interna che, evidentemente, non è stato possibile sanare. È la fine di un percorso per la Appendino ai vertici.
Il futuro del M5s dopo l'addio della vicepresidente
L'uscita di scena di Chiara Appendino non scuote, nell'immediato, la leadership di Giuseppe Conte. L'ex premier si avvia verso una rielezione quasi plebiscitaria alla presidenza del M5s. La votazione del prossimo weekend appare come una pura formalità. Conte resta l'unico candidato in lizza e il suo secondo mandato è dato per scontato. Tuttavia, le dimissioni della sua vice aprono una "casella vuota" di notevole peso politico. Il ruolo di vicepresidente dovrà essere riassegnato.
Si aprono ora i giochi per la successione, un passaggio che sarà tutt'altro che indolore. Sarà una scelta cruciale per definire i nuovi equilibri interni. Il Movimento 5 Stelle deve decidere se sostituirla con una figura simile, magari proveniente dagli amministratori locali. Oppure, Giuseppe Conte potrebbe cogliere l'occasione per scegliere un profilo più allineato alla sua leadership. Questa decisione indicherà la direzione strategica che il partito intende intraprendere nel prossimo futuro.