Compiti estivi e intelligenza artificiale: il 60% degli studenti li ignora o copia

Sempre più studenti usano l’IA per svolgere i compiti estivi. Solo il 34% li completa in tempo e senza “scorciatoie”.

25 settembre 2025 21:58
Compiti estivi e intelligenza artificiale: il 60% degli studenti li ignora o copia - Troppi compiti
Troppi compiti
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I compiti estivi restano una costante per la maggior parte degli studenti italiani, ma l'approccio verso questo obbligo scolastico sta cambiando. Tra voglia di libertà, strumenti digitali e supporti esterni, la tradizionale idea di “compiti estivi” sembra perdere il suo significato originario. Un'indagine condotta da Skuola.net su 1.000 studenti delle scuole medie e superiori fotografa una realtà fatta di scarsa motivazione, uso massiccio dell’intelligenza artificiale e crescente malcontento nelle famiglie.

Compiti estivi: una tradizione sempre più disattesa

Il 76% degli studenti italiani riceve ancora compiti da svolgere durante l’estate, ma solo il 34% dichiara di averli completati senza ritardi o omissioni. Il restante 66% ammette di aver procrastinato, ignorato del tutto le scadenze o consegnato lavori incompleti. Per il 60% degli intervistati, la pausa estiva ha significato soprattutto libertà e riposo, relegando i compiti a un ruolo secondario. Anche chi ha completato le attività lo ha fatto spesso senza reale coinvolgimento, puntando più alla consegna che all’apprendimento.

L’intelligenza artificiale cambia le regole del gioco

L’arrivo di strumenti digitali avanzati come ChatGPT ha rivoluzionato il modo in cui molti studenti affrontano i compiti. Ben il 59% dichiara di aver utilizzato l’IA o altri “aiutini” online per portare a termine le esercitazioni. Il fenomeno coinvolge soprattutto gli studenti delle superiori (63%), ma anche il 45% di quelli delle medie ha ceduto alla tentazione. Solo un terzo degli alunni afferma di aver prodotto elaborati interamente originali, mentre il 9% ha copiato tutto, senza alcuna rielaborazione personale. Questo riflette una nuova mentalità: i compiti non sono più percepiti come occasione di crescita, ma come un fastidio da gestire nel modo più veloce possibile.

Famiglie sotto pressione e scuola da ripensare

Oltre un terzo degli studenti ha dovuto portare libri e quaderni anche in vacanza, creando tensioni familiari e frustrazione. Il 62% riceve ancora compiti tradizionali, ma cresce la presenza di proposte creative, come letture, contenuti multimediali o esercizi in lingua. Nonostante ciò, più del 40% dei genitori esprime insoddisfazione per l’impatto dei compiti sull’equilibrio familiare e sul riposo estivo. La crescente diffusione di scorciatoie digitali spinge famiglie e scuole a interrogarsi sul vero scopo dei compiti estivi: forse è arrivato il momento di ridefinirli, puntando più sulla qualità che sulla quantità.