Condotta a rischio: TAR legittima il '6' per alunno con fragilità
Il TAR conferma il “6” in condotta per uno studente con fragilità. La riforma 2024 dà nuovo peso educativo e sanzionatorio alla valutazione del comportamento
Uno studente con fragilità psicofisiche riceve 6 in condotta per comportamenti gravi. I genitori fanno ricorso, ma il TAR Lombardia conferma la valutazione. La sentenza assume valore anche alla luce della recente riforma sul voto di condotta, con nuovi obblighi e conseguenze scolastiche.
Il caso: tra fragilità e condotta censurabile
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, con la sentenza n. 1547/2025, ha respinto il ricorso presentato dai genitori di un alunno di un istituto in provincia di Monza-Brianza, confermando la legittimità del voto “6” in condotta attribuito al figlio. I fatti risalgono all’anno scolastico 2021/2022. Secondo la famiglia, il voto sarebbe stato discriminatorio, tenuto conto delle fragilità psicofisiche del ragazzo e dell’esistenza di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). La scuola, secondo i genitori, non avrebbe comunicato adeguatamente con loro durante l’anno. Tuttavia, il Consiglio di classe ha ribadito che il voto si basa su comportamenti reiterati e documentati.
Comportamenti reiterati e gravi: la motivazione della scuola
La decisione del Consiglio di classe è stata ampiamente motivata in una riunione straordinaria convocata dopo un primo pronunciamento favorevole al ricorso. Sono stati elencati comportamenti che, secondo la documentazione acquisita, rappresentavano violazioni intenzionali del regolamento d’istituto. Tra essi: mancato rispetto verso insegnanti e compagni, linguaggio offensivo, atteggiamenti di prevaricazione, fino a veri e propri comportamenti persecutori, configurabili come atti di bullismo. Secondo il TAR, il voto di condotta non è una sanzione disciplinare, ma un giudizio educativo, fondato su criteri come la maturità personale, l’integrazione sociale e il rispetto dei valori civici.
La riforma del 2024 cambia le regole sul voto in condotta
Il contesto normativo è stato recentemente modificato dalla Legge n. 150 del 1° ottobre 2024, che ha introdotto rilevanti novità sul voto in condotta. Oggi il giudizio si estende all’intero anno scolastico e pesa maggiormente sull’ammissione alla classe successiva e agli esami di Stato. Nelle scuole secondarie, un voto inferiore a sei comporta automaticamente la non ammissione; con un voto pari a sei, è prevista la sospensione del giudizio e l’assegnazione di un elaborato critico su cittadinanza attiva, la cui mancata presentazione o valutazione insufficiente porta comunque alla non promozione. Anche per l’Esame di Stato è previsto un elaborato orale in caso di condotta pari a sei decimi.
Sanzioni educative e attività di cittadinanza solidale
La riforma prevede un nuovo approccio alle sanzioni, con una finalità educativa e formativa. In caso di sospensione fino a due giorni, lo studente dovrà svolgere attività di approfondimento sui temi del comportamento scorretto. Se la sospensione supera i due giorni, sono previste attività di cittadinanza solidale presso enti convenzionati, con eventuale prosecuzione anche dopo il rientro in classe, secondo criteri di proporzionalità e gradualità. In questo quadro, la valutazione del comportamento acquista centralità nel percorso scolastico, influendo anche sui crediti per l’ammissione agli esami. Il caso esaminato dal TAR evidenzia quindi la coerenza tra giudizio educativo e disciplina, anche in presenza di fragilità personali.