Condotta scolastica, arriva la stretta: bocciatura con 5, prove di cittadinanza con 6
Nuove regole sulla condotta scolastica: bocciatura con 5, obbligo di compiti educativi con 6, stop alle sospensioni a casa e pene più dure per le aggressioni.


Dopo l’approvazione della legge 150 del 2024, il governo ha varato due nuovi Decreti del Presidente della Repubblica che rivoluzionano il sistema di valutazione della condotta scolastica e le sanzioni disciplinari nella scuola italiana. Le misure, presentate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, introducono criteri più rigorosi per la condotta e nuove modalità educative per le sospensioni, con l’obiettivo di responsabilizzare gli studenti e tutelare il personale scolastico.
Voto in condotta: cambia tutto nella scuola secondaria
La novità principale riguarda la valutazione del comportamento nella scuola secondaria di secondo grado. A partire dal 2024/2025, ottenere un 5 in condotta comporterà automaticamente la bocciatura, anche nel caso di voti positivi nelle altre materie. Il provvedimento punta a contrastare con fermezza episodi di bullismo, violenza e aggressioni ripetute nei confronti di docenti e compagni.
Ma anche il 6 in condotta non sarà più un semplice segnale d’allarme: comporterà il rinvio a settembre, con l’obbligo per lo studente di redigere un elaborato critico su temi di cittadinanza attiva legati alle motivazioni del giudizio negativo. Solo dopo il superamento di questa prova, sarà possibile accedere alla classe successiva.
Anche nella scuola media la condotta scolastica conta
Il nuovo impianto normativo coinvolge anche la scuola secondaria di primo grado. Qui il voto in condotta “fa media” e potrà incidere sull’ammissione alla classe successiva, contribuendo a rafforzare l’attenzione sull’educazione civica fin dai primi anni del percorso scolastico. Alla maturità, inoltre, il comportamento degli studenti influirà sul calcolo del credito scolastico. Solo chi avrà ottenuto almeno 9 in condotta potrà aspirare al punteggio massimo.
Niente più sospensioni a casa: si resta a scuola per riparare
Cambia radicalmente anche il sistema delle sospensioni. Addio alla sospensione “a casa”: chi trasgredisce, resta a scuola per svolgere attività riparative. Il nuovo approccio, frutto della revisione dello Statuto delle studentesse e degli studenti, punta a trasformare la punizione in un’occasione educativa.
Le sospensioni fino a 15 giorni prevedranno l’obbligo di partecipazione ad attività di cittadinanza solidale, integrate nel Piano triennale dell’offerta formativa della scuola. Per le sospensioni più brevi (fino a due giorni), il consiglio di classe predisporrà percorsi di approfondimento educativo. In caso di allontanamenti più lunghi, saranno gli Uffici scolastici regionali a indicare enti o associazioni presso cui svolgere attività di rieducazione e responsabilizzazione.
Condotta scolastica: tolleranza zero verso le aggressioni al personale scolastico
Durante la conferenza stampa, il ministro Valditara ha annunciato anche un provvedimento a tutela dei docenti e dei dirigenti scolastici. In caso di aggressioni fisiche nei loro confronti, è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza di reato. La misura si applica solo in presenza di lesioni personali, non per semplici aggressioni verbali. Le pene per chi aggredisce il personale scolastico verranno inasprite: ad esempio, per le lesioni lievi si passa da una pena minima di sei mesi a una massima di tre anni, a un nuovo range compreso tra due e cinque anni.
“Il personale scolastico è quello più colpito da aggressioni, spesso da parte dei genitori – ha dichiarato Valditara – Un insegnante o un dirigente non si tocca. La funzione educativa è troppo importante per non essere tutelata. Vogliamo creare condizioni di serenità per i nostri ragazzi”. È stato inoltre chiarito che l’arresto in flagranza non sarà applicabile ai minori.