Conflitti e salute, Pellai: come gestirli protegge il corpo
Conflitti irrisolti ed emozioni inespresse impattano sul sistema immunitario. Lo psicoterapeuta Pellai spiega la correlazione tra mente e salute.
Esiste un legame scientifico tra come viviamo i conflitti e il nostro benessere fisico. Secondo Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva, chi vive tensioni perenni si ammala più facilmente. Questo accade perché il corpo è il traduttore delle nostre emozioni irrisolte. Imparare a gestire i conflitti diventa quindi un fattore di protezione essenziale per la salute generale.
Il corpo come traduttore di emozioni non elaborate
Il legame tra ciò che accade nella nostra mente e le reazioni del nostro corpo è profondo e scientificamente validato. Ogni attivazione emotiva si traduce inevitabilmente in una manifestazione corporea. Come spiegato da Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva, il corpo ha il compito fondamentale di farci percepire le emozioni. Si tratta di un sistema di feedback immediato: la rabbia che porta a stringere i pugni o la sensazione di disgusto che si localizza nello stomaco sono esempi chiari di come l'organismo risponda fisicamente a uno stimolo psicologico.
Questa correlazione è costante e serve a monitorare il nostro stato interno. Pellai evidenzia però un aspetto cruciale: cosa accade quando queste emozioni non trovano un canale espressivo verbale? Se manca la parola, ovvero la capacità di dare un nome, validare e processare un'emozione, il corpo diventa il deposito di tensioni irrisolte. In assenza di un'elaborazione verbale adeguata, l'organismo si trasforma in quello che lo specialista definisce "il quaderno su cui le emozioni scrivono la loro incapacità di essere espresse". La psicosomatica studia proprio queste dinamiche, documentando come la mancanza di strumenti linguistici per gestire gli stati emotivi impedisca la normale elaborazione psicologica, portando a un accumulo di stress a livello fisico.
Conflitti e salute: l'impatto sul sistema immunitario
La gestione dei conflitti interpersonali e dello stress cronico non è solo una questione di benessere psicologico, ma un fattore determinante per la salute fisica generale. La ricerca scientifica, in particolare la psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), ha dimostrato in modo robusto come i sistemi nervoso, endocrino (ormonale) e immunitario siano strettamente interconnessi e si influenzino a vicenda. Alberto Pellai richiama questi studi per spiegare che le persone immerse in conflitti perenni, o che vivono condizioni di forte stress o trauma psicologico, tendono a sperimentare una riduzione delle competenze del loro sistema immunitario.
Questa soppressione immunitaria non è un'ipotesi, ma un fenomeno biologico misurabile. Lo stress cronico, tipico delle situazioni conflittuali non gestite, mantiene il corpo in uno stato di allerta costante (attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene), portando a un rilascio prolungato di ormoni come il cortisolo. Sebbene utile a breve termine, il cortisolo cronico può indebolire le difese, rendendo l'organismo più vulnerabile a infezioni, infiammazioni e, nel lungo termine, a patologie più complesse. La conseguenza diretta è una maggiore frequenza di malattie.
Imparare a gestire le tensioni come protezione sanitaria
Se i conflitti irrisolti e lo stress cronico possono compromettere la salute, ne consegue che sviluppare competenze per gestirli rappresenta una strategia di prevenzione primaria. La conclusione indicata da Pellai è che imparare a gestire bene i conflitti costituisce un fattore di protezione fondamentale per la salute. Questo sposta l'attenzione dalla semplice "sopportazione" dello stress alla necessità di acquisire competenze relazionali e comunicative attive. Saper gestire una divergenza, esprimere il proprio punto di vista in modo assertivo ma non aggressivo, e saper "stare" nel conflitto senza esserne sopraffatti, sono abilità che riducono l'attivazione fisiologica cronica.
Queste competenze non sono innate, ma possono essere apprese e rafforzate. Investire nella propria educazione emotiva e nella capacità di elaborare verbalmente le tensioni (come discusso nell'evento organizzato dal Centro Psicopedagogico di Daniele Novara) equivale a prendersi cura del proprio sistema immunitario. Si tratta di presidi preventivi essenziali che, riducendo l'impatto negativo dello stress sull'organismo, contribuiscono attivamente al mantenimento del benessere psicofisico, specialmente per chi è esposto a situazioni di tensione prolungata in ambito lavorativo o personale.