Contratto Istruzione, FLC CGIL: 'No a salari ridotti', il sindacato non firma
La FLC CGIL boccia il rinnovo del Contratto Istruzione e Ricerca 2022-24. Gli stipendi non bastano a coprire l'inflazione del triennio.
Rottura sul Contratto Istruzione e Ricerca 2022-24. La FLC CGIL ha annunciato il rifiuto della firma sull'ipotesi di accordo presentata all'ARAN. Secondo il sindacato, gli aumenti salariali proposti, già in parte erogati come indennità di vacanza contrattuale, sono insufficienti e portano a una riduzione dei salari reali. Si annunciano iniziative di mobilitazione.
La rottura sul tavolo ARAN
La giornata del 5 novembre ha segnato un punto di rottura nelle trattative per il rinnovo contrattuale. La Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL) ha formalizzato la sua posizione al termine dell'incontro presso l'ARAN. Per il sindacato, non sussistono le condizioni per sottoscrivere l'ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-24. La motivazione principale risiede nell'aspetto economico. Gli incrementi stipendiali previsti, secondo la FLC CGIL, sono palesemente inadeguati. Oltre il 60% di tali aumenti è già stato erogato nelle buste paga dei lavoratori sotto forma di indennità di vacanza contrattuale (IVC), un anticipo sui futuri aumenti. Il problema cruciale è che queste cifre, sommate, coprono meno di un terzo dell'inflazione registrata nel triennio di riferimento. Questa discrepanza, denuncia il sindacato, non è un semplice mancato recupero del potere d'acquisto, ma configura una riduzione programmata dei salari per tutto il personale del comparto.
Consultazione e mobilitazione: le prossime mosse
Di fronte a questo scenario, la FLC CGIL ha già delineato i passi successivi. Il sindacato non intende limitarsi al "no" espresso al tavolo delle trattative. Come comunicato in una nota ufficiale, l'organizzazione avvierà immediatamente i passaggi statutari interni. Questi processi sono necessari per effettuare le valutazioni collegiali della situazione e per decidere le iniziative future da intraprendere. Un elemento centrale di questa fase sarà la consultazione della base. La FLC CGIL intende consultare capillarmente le proprie RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) presenti nei luoghi di lavoro. Inoltre, il confronto sarà esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto, al fine di analizzare collettivamente i contenuti specifici dell'ipotesi contrattuale respinta. Questo percorso di ascolto e confronto democratico è ritenuto fondamentale per legittimare le azioni future e costruire una risposta unitaria e forte. L'obiettivo è raccogliere il mandato per le successive fasi della vertenza.
Contratto Istruzione e Ricerca: la richiesta di più fondi
La vertenza sul Contratto Istruzione e Ricerca si intreccia inevitabilmente con il dibattito politico sulla finanza pubblica. Il sindacato ha chiarito che l'azione proseguirà parallelamente su due fronti. Da un lato, la consultazione interna; dall'altro, la pressione sul Governo. Nel frattempo, infatti, la FLC CGIL proseguirà nella richiesta di stanziamento di risorse aggiuntive significative nella Legge di Bilancio 2026, attualmente in discussione in Parlamento. Per sostenere questa rivendicazione, il sindacato è pronto a mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie. La nota esprime l'urgenza di fermare la deriva di una politica che, secondo la FLC CGIL, continua a sottrarre fondi essenziali. I settori critici citati sono la Scuola, l'Università, la Ricerca e l'Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM). L'impegno, conclude il comunicato, è una lotta ferma e costante per la salvaguardia dei salari e della dignità professionale di chi opera nei settori della conoscenza.