Cori fascisti sede FdI Parma: bufera politica e indagini, le dichiarazioni di Crosetto
Dopo i cori fascisti a Parma nella sede Fdi, il ministro Crosetto condanna. Gioventù Nazionale commissariata e la Procura apre un fascicolo.
Bufera su Fratelli d'Italia a Parma. Un video mostra giovani intonare cori fascisti a Parma nella sede del partito, nel giorno dell'anniversario della marcia su Roma. L'episodio scatena immediate reazioni politiche. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, usa toni durissimi. Intanto, Gioventù Nazionale commissaria la sezione locale e la Procura avvia accertamenti.
Cori fascisti Parma: la dinamica dei fatti e il video
La vicenda che ha acceso il dibattito politico nazionale ha avuto luogo a Parma, nella serata di martedì 28 ottobre. La data non è casuale, coincidendo con l'anniversario della marcia su Roma, un momento simbolico per l'area della destra. L'episodio si è verificato all'interno dei locali della sede di Fratelli d'Italia, situati in Borgo del Parmigianino, nel centro storico della città. Questi spazi sono utilizzati con frequenza settimanale anche da Gioventù Nazionale, l'organizzazione giovanile ufficiale del partito di governo. Un gruppo di giovani, radunati all'interno, ha iniziato a intonare inni nostalgici del ventennio fascista. I partecipanti, tuttavia, non erano consapevoli che un passante, transitando all'esterno, stava riprendendo la scena con uno smartphone.
Il filmato è stato successivamente diffuso online, diventando rapidamente virale sui social media e innescando la polemica. Nelle immagini si sentono distintamente i cori, in particolare la canzone "Me ne frego", e chiare invocazioni come "Duce, Duce". Il testo udibile della canzone, un inno squadrista, recita passaggi inequivocabili: «Se il sol dell'avvenire è rosso di colore, me ne frego di morire sventolando il tricolore! Ce ne freghiamo della galera, camicia nera trionferà. Se non trionfa sarà un macello col manganello e le bombe a man!».
La reazione di Crosetto e i provvedimenti disciplinari
La diffusione del video ha provocato una reazione immediata e severa da parte dei vertici di Fratelli d'Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, figura di spicco del partito, è intervenuto a margine di un evento elettorale a Napoli. Le sue parole sono state nette e non hanno lasciato spazio a interpretazioni: «I cori fascisti di Parma si commentano da soli. Sono qualcosa che nulla ha a che fare con Fratelli d'Italia». Il ministro ha poi aggiunto che i responsabili «vanno presi a calci e mandati via». Questa dura condanna pubblica è stata seguita da azioni concrete sul piano organizzativo interno.
La federazione provinciale di Gioventù Nazionale di Parma è stata immediatamente commissariata dai vertici regionali. Di conseguenza, il coordinatore provinciale, Jacopo Tagliati, è stato rimosso dal suo incarico. Stefano Cavedagna, europarlamentare e portavoce nazionale di Gioventù Nazionale, ha tenuto a precisare che i provvedimenti disciplinari erano già stati avviati prima che il video diventasse di dominio pubblico, segnalando una vigilanza interna. Anche Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, ha ribadito la linea della tolleranza zero: «Da noi, chi sbaglia paga».
L'indagine della Procura e le polemiche politiche
Oltre alle conseguenze interne al partito, l'episodio ha avuto strascichi giudiziari e ha infiammato il dibattito politico. La Procura della Repubblica di Parma ha deciso di intervenire, aprendo un fascicolo per fare luce sull'accaduto. Si tratta, tecnicamente, di un modello 45, un atto che non configura ancora un'ipotesi di reato specifica né identifica persone iscritte nel registro degli indagati. Il Procuratore Capo, Alfonso D'Avino, ha spiegato all'Ansa che si tratta di una fase "esplorativa", avviata sulla base delle notizie apprese dalla stampa.
Gli accertamenti sono stati affidati alla Digos della questura locale, che dovrà verificare l'effettiva veridicità dei fatti e valutare se possano costituire una notizia di reato, come l'apologia di fascismo. Sul fronte politico, il centrosinistra ha condannato compattamente l'episodio. Il sindaco di Parma, Michele Guerra, ha sottolineato l'incompatibilità di tali gesti con i valori della città. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha chiesto un intervento diretto della premier Giorgia Meloni. In serata, la tensione si è manifestata anche con un presidio antifascista nei pressi della sede di Fdi.