Corsi Indire, esclusi molti specializzati all’estero: possibile il ricorso

Il DM 77/2025 esclude molti docenti specializzati all’estero dai corsi Indire: si apre la possibilità di ricorso per superare la disparità di trattamento.

15 maggio 2025 08:53
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Il DM 77/2025 disciplina l’accesso ai corsi Indire per docenti specializzati sul sostegno all’estero, ma diverse categorie risultano escluse. Si configura una disparità di trattamento tra insegnanti con titoli identici conseguiti nello stesso ateneo straniero. La normativa esclude una parte rilevante del personale in attesa di riconoscimento.

Normativa e criteri di accesso ai corsi Indire

Con il Decreto Ministeriale n. 77 del 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fornito indicazioni sull’ammissione ai corsi Indire rivolti ai docenti che abbiano ottenuto la specializzazione sul sostegno all’estero. Tuttavia, l’interpretazione del testo evidenzia criticità legate ai criteri temporali e procedurali di accesso, escludendo numerosi docenti che, pur avendo seguito lo stesso percorso formativo all’estero, non possono prendere parte ai percorsi di formazione previsti. La misura, destinata a regolare l’ingresso nella scuola italiana di personale con titolo estero, non tiene conto di situazioni analoghe tra aspiranti con percorsi identici.

Categorie escluse e limiti temporali della norma

Il decreto esclude in modo esplicito i docenti che si trovano in tre precise condizioni. In primo luogo, sono esclusi coloro che hanno ricevuto un rigetto della domanda di riconoscimento del titolo estero prima del 1° giugno 2024. In secondo luogo, restano esclusi anche coloro che abbiano presentato la domanda dopo tale data, indipendentemente dal merito della stessa. Infine, non possono accedere ai corsi neppure i docenti che, pur avendo presentato l’istanza prima del 1° giugno 2024, non avevano ancora maturato 120 giorni dalla presentazione (quindi, chi ha inoltrato domanda tra il 2 febbraio e il 31 maggio 2024). Questa delimitazione temporale produce effetti concreti sulla possibilità di partecipazione, precludendo l’accesso a molti insegnanti che si trovano in una fase interlocutoria del riconoscimento del titolo.

Una disparità difficilmente giustificabile

Le condizioni fissate dal decreto determinano una disparità di trattamento tra soggetti che si trovano in posizioni sostanzialmente identiche, con differenze legate esclusivamente a tempi amministrativi e formali. In particolare, docenti con lo stesso titolo conseguito nella medesima università estera possono ritrovarsi in situazioni diametralmente opposte: uno ammesso ai corsi Indire, l’altro escluso per aver presentato la domanda in una data non compatibile con i requisiti. Tale asimmetria normativa solleva interrogativi sulla coerenza e sull’equità della disciplina, anche in considerazione del fatto che i corsi rappresentano un passaggio essenziale per il pieno inserimento nella scuola italiana. Le tempistiche, che non dipendono dai candidati ma da procedimenti amministrativi, appaiono come un elemento discriminante difficilmente sostenibile.

Ricorso possibile contro l’esclusione dai corsi INDIRE

L’esclusione da questi percorsi formativi incide negativamente sul processo di riconoscimento dei titoli esteri, rendendo più difficile l’accesso al sistema scolastico italiano. Per questo motivo, si apre ora la possibilità di adire le vie legali per contestare la legittimità dei criteri adottati. Il contenzioso potrebbe concentrarsi sull’irragionevolezza della disparità di trattamento e sull’assenza di un principio di proporzionalità nella selezione dei partecipanti. I docenti esclusi che si trovano nelle situazioni indicate dalla norma, pur avendo un percorso formativo equipollente, possono dunque valutare l’opzione del ricorso per rientrare nei percorsi Indire e completare la loro integrazione professionale in Italia.

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