Corsi INDIRE per il sostegno: il nuovo piano del governo divide la scuola

Il nuovo corso abbreviato per il sostegno introdotto dall’INDIRE divide il mondo della scuola: ecco costi, requisiti, critiche e proposte per una riforma.

22 aprile 2025 17:43
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Il Decreto Legge n. 71/2024 ha introdotto i percorsi abbreviati di specializzazione per il sostegno, un'iniziativa promossa dall’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) con l’obiettivo di colmare la carenza di docenti specializzati, stimata in circa 85.000 unità.

Corsi INDIRE sul sostegno e le differenze con il TFA

I nuovi corsi, pensati per insegnanti con almeno tre anni di esperienza nel sostegno o in possesso di titoli esteri non ancora riconosciuti, prevedono una durata minima di quattro mesi e un costo variabile tra 900 e 1.500 euro, in base ai crediti formativi necessari. A differenza del TFA (Tirocinio Formativo Attivo) tradizionale, che richiede almeno otto mesi di formazione in presenza e un investimento economico più elevato, i nuovi percorsi si svolgono principalmente online, rendendo la formazione più accessibile. Tuttavia, questa scelta sta suscitando forti polemiche nel mondo dell’istruzione.

Sindacati e docenti contro INDIRE: timori per qualità e disparità

Diverse organizzazioni sindacali hanno espresso perplessità sul nuovo sistema. La UIL Scuola RUA ha definito i corsi "un’inaccettabile scorciatoia", temendo una riduzione della qualità dell’insegnamento e una maggiore disparità tra docenti. Anche la CGIL Scuola ha sollevato dubbi sulla trasparenza del processo, sottolineando il rischio di creare percorsi formativi meno rigorosi e quindi meno qualificanti rispetto al TFA. Anche tra i docenti attualmente impegnati nel TFA sostegno si registrano segnali di malcontento. Alcuni corsisti lamentano la differenza sostanziale tra i due percorsi, sia per quanto riguarda i contenuti didattici, sia per le modalità di svolgimento, mettendo in evidenza un possibile squilibrio nella preparazione finale degli insegnanti.

Esperti ed esclusi chiedono una revisione del sistema

A intervenire nel dibattito è stato anche il professor Dario Ianes, esperto di pedagogia e inclusione, che ha invitato le università a ridurre i costi dei corsi abbreviati per renderli più equi e ha proposto la convocazione degli Stati Generali del Sostegno. L’obiettivo è avviare una riflessione più ampia su una riforma strutturale del sistema di formazione dei docenti. Nel frattempo, alcuni insegnanti rimasti esclusi dai nuovi percorsi stanno valutando azioni legali, denunciando la possibile incostituzionalità dei criteri di accesso e la disparità di trattamento tra chi può accedere al nuovo modello e chi è obbligato a seguire il TFA classico.

Necessità di riforma e confronto tra le parti

Nonostante l’intento dichiarato di rispondere a un’emergenza reale, la creazione di corsi abbreviati per il sostegno ha riaperto il dibattito su efficienza e qualità nella formazione degli insegnanti. Il rischio, secondo molti osservatori, è quello di sacrificare la preparazione professionale sull’altare della rapidità e dell’economicità. Per evitare divisioni ulteriori, appare sempre più urgente un confronto strutturato tra istituzioni, sindacati e comunità scolastica, al fine di costruire un modello formativo equilibrato, capace di garantire accessibilità, merito e qualità in un settore delicato come quello del sostegno scolastico.