Corsi INDIRE: quale futuro attende i docenti triennalisti 2024/25 esclusi?
La questione dei docenti triennalisti 2024/25 esclusi dai corsi di specializzazione INDIRE. Un'analisi delle ingiustizie e la richiesta di tutele per il futuro.


L'esclusione di molti docenti con tre anni di servizio dai corsi INDIRE solleva interrogativi sul loro futuro professionale. Una normativa che, anziché premiare l'esperienza, genera incertezza e mette a rischio il diritto alla formazione di tanti insegnanti meritevoli. Di seguito il testo integrale del comunicato stampa giunto in redazione.
I triennalisti 2024/25 e i corsi di specializzazione INDIRE: una questione di diritti e di futuro
Negli ultimi mesi, si sono intensificate le discussioni e le preoccupazioni tra i docenti italiani che, nel corso dell'anno scolastico 2024/2025, hanno compiuto tre anni di servizio e che, tuttavia, si sono visti esclusi dalla partecipazione ai corsi di specializzazione organizzati dall’INDIRE ex DL 71/2024. Questa situazione solleva numerosi interrogativi e mette in luce le difficoltà di un sistema che sembra ancora non aver trovato una soluzione chiara e definitiva per tutelare tutti i docenti meritevoli di una formazione specialistica.
Chi sono i triennalisti interessati? Si tratta di insegnanti che, in molti casi, non hanno “solo” tre anni di esperienza negli ultimi cinque ma che spesso vantano un’esperienza molto più lunga: anche dieci anni o più di servizio alle spalle, con buona parte di questa esperienza maturata in periodi precedenti e non nel quinquennio di riferimento.
La normativa, infatti, mira a valorizzare una continuità di servizio e competenza, ma la sua applicazione nel concreto sembra aver lasciato molti di questi insegnanti esclusi dai percorsi di specializzazione, creando così un’ingiustizia che rischia di compromettere il loro futuro professionale.
Personalmente, ho avuto la fortuna di poter partecipare al corso di specializzazione, grazie a una normativa che si è dimostrata adatta alle mie esigenze e che mi ha permesso di rientrare in modo favorevole. Sono estremamente felice di aver avuto questa opportunità, che rappresenta un passo fondamentale per la mia crescita professionale e per il mio sviluppo come docente. Tuttavia, non posso dimenticare i colleghi che, in questo momento, sono ancora in attesa di conoscere il loro “verdetto”, di capire se saranno ammessi o meno ai prossimi cicli di formazione. La loro incertezza alimenta ansia e insicurezza, e rischia di creare una frattura tra chi è stato fortunato e chi, invece, si trova ancora ai margini di un sistema che dovrebbe garantire pari opportunità.
Un altro aspetto di grande preoccupazione riguarda le conseguenze pratiche di questa esclusione. Alcuni docenti, per attendere l’avvio dei corsi INDIRE, hanno deciso di rinunciare temporaneamente al TFA sostegno ordinario, sperando di poter partecipare al prossimo ciclo di specializzazione ex art. 6 DL 71/2024.
Questa scelta potrebbe rivelarsi rischiosa: si rischia di perdere ulteriori opportunità di inserimento e di restare ancora più a lungo in seconda fascia delle graduatorie ADMM, con tutte le difficoltà che ciò comporta in termini di stabilità lavorativa e di crescita professionale.
È ormai giunto il momento di fare chiarezza e di scrivere nero su bianco quale sarà il destino di questi colleghi. Quale sarà il futuro per i triennalisti esclusi? Il secondo ciclo INDIRE sarà aperto anche a loro? Verranno inclusi nei programmi di formazione e sarà loro riconosciuto il diritto di specializzarsi? La trasparenza e la chiarezza sono fondamentali per rassicurare chi, da mesi, si interroga sul proprio percorso e sulle possibilità di crescita.
In conclusione, questa vicenda mette in luce la necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni, affinché si garantiscano diritti uguali per tutti i docenti, indipendentemente dall’anno di inizio del servizio o dalla normativa di riferimento. È arrivato il momento di ascoltare le istanze di chi lavora con dedizione e passione, e di assicurare a tutti la possibilità di una formazione efficace e di un futuro professionale stabile. La scuola italiana merita una strada chiara e giusta per tutti i suoi insegnanti.
Daniela Nicolò, portavoce Community Uniti per INDIRE