Costo del carburante in Italia: l'impatto sui prezzi dopo le tensioni USA-Iran

Le attuali tensioni tra USA e Iran minacciano i mercati economici. Un'analisi sull'impatto potenziale sul costo del carburante in Italia e sui rischi futuri.

23 giugno 2025 05:52
Costo del carburante in Italia: l'impatto sui prezzi dopo le tensioni USA-Iran - accise su benzina e diesel
accise su benzina e diesel
Condividi

Le crescenti tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Iran accendono i riflettori sui mercati energetici. L'incertezza su possibili ritorsioni minaccia il prezzo del carburante globale, con potenziali ripercussioni dirette anche per i consumatori italiani.

Lo Stretto di Hormuz al centro delle tensioni

Lo Stretto di Hormuz rappresenta un corridoio nevralgico per l'economia globale. Da questo passaggio marittimo transita quotidianamente quasi un terzo del petrolio trasportato via mare e circa un quinto del Gas Naturale Liquefatto (Gnl) mondiale. Una sua eventuale chiusura, come ritorsione iraniana, bloccherebbe le esportazioni di Paesi chiave come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait e Iraq, innescando una crisi senza precedenti per i mercati energetici e sul costo del carburante alle pompe.

Gli scenari sul prezzo del carburante: dal rialzo del greggio allo shock petrolifero

Gli analisti economici stanno valutando diversi scenari. Prima dell'acuirsi delle tensioni, i prezzi del greggio Brent e WTI si attestavano su livelli stabili. Ora, le previsioni indicano possibili picchi fino a 130 dollari al barile in caso di blocco prolungato dello stretto. Uno shock petrolifero di tale magnitudo avrebbe conseguenze dirette sull'inflazione globale e sul costo delle materie prime, colpendo duramente le economie di tutto il mondo.

La situazione attuale dei prezzi del carburante in Italia

Nonostante il clima di forte incertezza internazionale, i dati attuali non mostrano ancora un impatto significativo sui prezzi alla pompa in Italia. Secondo le ultime rilevazioni, il costo della benzina in modalità self-service si mantiene stabile, così come quello del diesel. Questa tenuta è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la gestione delle scorte disponibili e le politiche interne di contenimento dei prezzi al consumo del carburante.

Perché i rincari sono (per ora) scongiurati

La stabilità attuale è legata principalmente all'uso di scorte strategiche e al contributo relativamente limitato dell'Iran alla produzione mondiale di petrolio rispetto ad altri giganti come la Russia. Tuttavia, i rischi futuri rimangono elevati. Un'escalation del conflitto potrebbe causare rincari rapidi e significativi, come già avvenuto nel 2022 dopo l'invasione dell'Ucraina, quando i prezzi di benzina e diesel subirono un'impennata a due cifre in sole due settimane.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail