Cyberbullismo in crescita: ANPE chiede una carta per l'infanzia digitale

Cresce il fenomeno del cyberbullismo tra i minori. ANPE chiede una Carta per l'infanzia digitale, oltre ad alcuni interventi educativi e legislativi urgenti.

28 aprile 2025 18:05
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L'utilizzo precoce degli smartphone e l'esplosione del fenomeno del cyberbullismo stanno compromettendo il benessere emotivo e sociale delle nuove generazioni. È urgente un intervento educativo e legislativo che protegga i minori nel loro percorso di crescita digitale.

Un bambino su tre usa quotidianamente lo smartphone

Secondo una recente ricerca di Save the Children, il 32,6% dei bambini tra i 3 e i 10 anni utilizza uno smartphone ogni giorno. Questo dato, allarmante per la precocità dell’esposizione digitale, si inserisce in un contesto in cui i minori sono sempre più connessi senza le adeguate competenze e tutele.

Cyberbullismo in aumento: dati preoccupanti dallo studio ESPAD Italia 2024

Lo studio ESPAD Italia 2024, condotto dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, fotografa una realtà ancora più grave: oltre 1 milione di studenti tra i 15 e i 19 anni, pari al 47%, ha subito episodi di cyberbullismo nell’ultimo anno, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti.

Vittime e autori: una doppia emergenza

Il fenomeno del cyberbullismo non riguarda solo le vittime: il 32% degli studenti ha ammesso di aver agito come cyberbullo, con una maggiore incidenza tra i maschi (35%) rispetto alle femmine (29%). Inoltre, il 23% dei giovani si ritrova a essere contemporaneamente vittima e autore di comportamenti di bullismo online, una condizione particolarmente critica che può portare a gravi conseguenze psicologiche e sociali. Le modalità di aggressione variano tra i generi: i ragazzi tendono a usare minacce dirette e insulti pubblici sui social, mentre le ragazze preferiscono forme indirette come l’esclusione dai gruppi online o la diffusione di contenuti privati.

L'appello dell'ANPE: serve una Carta nazionale per l'infanzia digitale

Di fronte a questa emergenza educativa, l'Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani (ANPE) lancia un appello urgente per l'adozione di una Carta nazionale per l'infanzia digitale, che proponga:

  • Il rinvio dell’accesso autonomo allo smartphone fino ai 14 anni e il divieto di creazione di profili social sotto i 16 anni;
  • L’introduzione obbligatoria di un insegnamento di educazione digitale e affettiva in tutte le scuole;
  • L’obbligo per le piattaforme digitali di implementare sistemi efficaci di verifica dell’età e assunzione di responsabilità contro il cyberbullismo;
  • Percorsi di formazione continua per le famiglie, per rafforzare il ruolo dei genitori come garanti del tempo di qualità offline dei figli.

Cyberbullismo: le iniziative legislative in Parlamento

Attualmente, diverse proposte di legge sono all'esame del Parlamento per tutelare i minori nell’ambiente digitale.
Al Senato, sono in discussione i disegni di legge AS 1136, 1160 e 1166, che propongono:

  • L’innalzamento dell’età minima per il consenso digitale da 14 a 16 anni;
  • Il rafforzamento dei sistemi di verifica dell’età;
  • La tutela dei “baby influencer” con norme specifiche sul lavoro minorile e la gestione dei guadagni online.

Alla Camera è stato presentato il disegno di legge AC 1863, firmato da deputati di diversi schieramenti politici, che prevede:

  • Il divieto di accesso ai social media per i minori di 15 anni;
  • Obblighi stringenti per le piattaforme digitali di identificazione e verifica degli utenti;
  • Sanzioni per chi elude i controlli;
  • Disposizioni per la protezione economica dei minori attivi online.

Si discute anche di introdurre il diritto all’oblio digitale a partire dai 14 anni e di limitare il fenomeno dello sharenting, con obblighi di dichiarazione all’AGCOM e misure a tutela dei minori.

Il ruolo fondamentale dell’educazione e della società civile

Come sottolineato dall'Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, oltre alle leggi è essenziale una grande opera di educazione digitale rivolta a giovani, famiglie e scuole. Le norme, da sole, non bastano: servono strumenti concreti e percorsi formativi per genitori e insegnanti, in modo da garantire una protezione reale e capillare.

La Vice-Presidente ANPE, Paola Daniela Virgilio, lancia un appello chiaro: "Non possiamo più delegare allo schermo la voce dei nostri figli. Dietro ogni notifica può nascondersi un insulto che ferisce per sempre. Chiediamo ai genitori di essere i primi garanti del tempo di qualità offline e allo Stato di affiancarli con strumenti concreti e gratuiti di educazione alla rete".

Un patto sociale per proteggere l’infanzia

È urgente costruire un patto sociale che coinvolga Parlamento, piattaforme digitali e tutta la comunità educante.
Senza una legge che tuteli l’età evolutiva nel mondo digitale, cresceranno dispersione scolastica, povertà educativa e fenomeni di cyberbullismo.
È il momento di agire, passando dalle parole ai fatti, per garantire ai nostri figli una crescita serena anche nella dimensione digitale.