Decreto PNRR Scuola e reclutamento docenti, Pittoni (Lega): 'Necessario includere tutte le categorie'
Decreto PNRR Scuola: nuove modalità di reclutamento docenti. Pittoni (Lega) sottolinea la tutela per tutte le categorie e la spinta verso 70mila assunzioni.


Il Decreto PNRR Scuola rappresenta un nuovo tassello nella strategia del governo italiano per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in ambito educativo. Al centro del dibattito, il tema del reclutamento dei docenti, che continua ad alimentare discussioni politiche e sindacali. Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e già presidente della Commissione Cultura al Senato, è intervenuto per richiamare l’attenzione sulla necessità di tutelare tutte le categorie di insegnanti coinvolte nei percorsi di assunzione.
Stabilizzazione di (tutto) il personale scolastico attraverso il Decreto PA bis
Pittoni ha ricordato che, con il decreto PA bis di quasi due anni fa, si era già compiuto un passo importante verso la stabilizzazione del personale scolastico. In particolare, i docenti risultati idonei al concorso ordinario del 2020 avevano ottenuto l’inserimento nelle graduatorie di merito, con validità estesa fino al loro completo esaurimento. Secondo quanto riferito dall’esponente leghista, oltre la metà degli idonei è già stata assunta e il processo di scorrimento delle graduatorie sta proseguendo, anche se in modo rallentato, principalmente a causa dell’impegno assunto con l’Unione Europea a favore dei nuovi concorsi previsti dal PNRR.
Continuità normativa e flessibilità territoriale
Il nuovo decreto sul PNRR Scuola mantiene sostanzialmente la stessa impostazione normativa, confermando la possibilità di assunzione per chi risulta idoneo. Una novità rilevante riguarda l’opportunità, per i docenti disposti a trasferirsi in un'altra regione, di accedere a una ulteriore opzione di inserimento, ampliando così le possibilità di stabilizzazione. Questo meccanismo mira a garantire una maggiore copertura territoriale delle cattedre vacanti, incentivando la mobilità professionale come leva per accelerare i tempi di assunzione.
L’elemento distintivo del nuovo decreto, secondo Pittoni, è l’apertura agli idonei dei concorsi PNRR, che potranno coprire fino al 30% dei posti banditi. Una scelta che, da un lato, garantisce un canale di accesso aggiuntivo a una nuova categoria di candidati e, dall’altro, non preclude l’assunzione alle altre figure presenti nelle varie graduatorie, come gli idonei dei concorsi precedenti o i precari storici.
L'obiettivo del reclutamento sono 70mila assunzioni: una corsa contro il tempo
L’obiettivo indicato dal PNRR nel settore scolastico è ambizioso: arrivare a 70mila nuove assunzioni. In questo contesto, la razionalizzazione dei tempi e delle modalità di reclutamento rappresenta una priorità per il Ministero dell’Istruzione. La misura prevista dal nuovo decreto, che prevede la possibilità di anticipare lo scorrimento delle graduatorie grazie al coinvolgimento degli idonei PNRR, dovrebbe contribuire a snellire l’intero processo e offrire al Ministero maggiori margini di manovra per programmare e gestire con maggiore efficacia il fabbisogno di personale scolastico.
Secondo Pittoni, l’inserimento del 30% di posti riservati agli idonei PNRR non andrà a discapito degli altri aspiranti, ma anzi rappresenterà un’opportunità per velocizzare le immissioni in ruolo, contribuendo a superare lo storico problema del precariato nella scuola italiana. La posizione espressa dal responsabile istruzione della Lega punta dunque a trovare un equilibrio tra innovazione e continuità, valorizzando tutti i percorsi di accesso all’insegnamento, compresi quelli attivati negli ultimi anni per rispondere agli impegni assunti con l’Europa.
Prospettive e criticità del nuovo modello di reclutamento
Nonostante la volontà politica di offrire soluzioni inclusive, il nuovo assetto previsto dal Decreto PNRR Scuola solleva anche alcune perplessità tra le categorie coinvolte. La distribuzione dei posti, il ruolo crescente della mobilità territoriale e l’effettiva possibilità di assunzione per tutti i docenti idonei rimangono temi centrali nel confronto tra governo e parti sociali. Alcuni osservatori evidenziano che la riserva del 30% ai candidati dei concorsi PNRR potrebbe, nel lungo periodo, creare disallineamenti nei tempi di assunzione tra regioni con maggiore disponibilità di cattedre e aree del Paese con scarsa mobilità.
La sfida del Ministero sarà dunque quella di garantire l’equilibrio tra le esigenze di efficienza imposte dal PNRR e la necessità di valorizzare l’esperienza di chi attende da anni un inserimento stabile nel sistema scolastico. In un contesto dove la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento dipendono in larga parte dalla stabilità del corpo docente, le decisioni prese oggi avranno un impatto significativo sul futuro della scuola italiana.