Denatalità a Torino, cinque scuole dell’infanzia chiudono: progetti per nuovi spazi culturali

A Torino cinque scuole dell’infanzia chiudono a causa della denatalità. Il Comune punta a trasformare gli spazi in centri culturali e sociali.

26 luglio 2025 08:42
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Negli ultimi dieci anni, la denatalità a Torino ha avuto conseguenze dirette sul sistema scolastico cittadino. Il numero dei nuovi nati è infatti sceso da oltre 7.000 nel 2014 a poco più di 5.200 nel 2024, con un calo del 28%. Questa significativa diminuzione ha spinto l’amministrazione comunale a prendere una decisione importante: a partire da settembre 2025, cinque scuole dell’infanzia comunali verranno chiuse definitivamente, non avendo raggiunto il numero minimo di iscrizioni necessario a garantire la continuità del servizio educativo.

Le scuole coinvolte nella chiusura

Le scuole coinvolte in questa misura sono: l’Aquilone di via Brissogne, la Fanciulli di via Invernizio, la Parri-Vian di via Venaria, il Centro Europa di via Guidobono e la Vallette B di via delle Primule. Questa chiusura rappresenta solo il primo passo di un processo che potrebbe estendersi ad altre strutture nei prossimi anni, se il trend di riduzione delle nascite dovesse proseguire.

Nuove destinazioni per gli edifici scolastici dismessi

L’Amministrazione comunale affronta ora la sfida di gestire questi spazi scolastici dismessi, proponendo un loro recupero come centri culturali e di aggregazione sociale. Questo intervento mira a prevenire fenomeni di occupazioni abusive o atti vandalici nei locali lasciati vuoti, trasformandoli in luoghi di ritrovo e attività per la comunità.

La denatalità a livello nazionale

A livello nazionale, i dati Istat evidenziano un quadro analogo. Il numero medio di figli per donna è sceso a un minimo storico di 1,18 nel 2024, in costante diminuzione dal 2010, quando era pari a 1,46. Tra il 2023 e il 2024 si è registrata una diminuzione di circa 10 mila nascite in tutta Italia.

Le conseguenze della denatalità a lungo termine secondo l’Istat

L’istituto di statistica sottolinea inoltre che, senza interventi strutturali efficaci a supporto della natalità, il calo delle nuove generazioni continuerà a influenzare negativamente non solo la situazione scolastica, ma anche la tenuta dei servizi pubblici, la sostenibilità del sistema pensionistico e l’equilibrio sociale e urbano delle città nel lungo periodo.

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