Dirigenti scolastici: l'emergenza reggenze blocca la scuola
Oltre 1000 istituti senza guida stabile. Il vero problema dei dirigenti scolastici non sono le regole, ma la paralisi causata dai posti vacanti.
Il dibattito sul reclutamento dei dirigenti scolastici ignora l'emergenza: le reggenze. Con oltre 1.000 scuole senza guida titolare, la priorità non è la guerra tra concorsi, ma la stabilità del sistema. Questa crisi strutturale compromette la qualità formativa e il buon andamento della PA. Ecco il comunicato dei vincitori del concorso DM 107/2023.
Dirigenti scolastici: il vero problema sono le reggenze, non le regole
Il dibattito sul reclutamento dei dirigenti scolastici continua a polarizzarsi, ma mentre si discute di graduatorie e priorità, le scuole italiane affrontano una crisi strutturale: oltre mille istituti senza dirigente titolare, affidati a reggenze che compromettono la qualità dell’offerta formativa. È tempo di spostare il focus: non è una guerra tra concorsi, ma una questione di buon andamento e stabilità del sistema scolastico.
Reggenze: un’emergenza che dura da anni
Secondo il Dossier n. 71/1 allegato al D.L. 71/2024, nell’anno scolastico 2025/2026 si stimano 1.073 sedi vacanti di dirigente scolastico. Questo significa che centinaia di scuole continuano a essere gestite da dirigenti reggenti, spesso con DSGA condivisi, con conseguenze pesanti: rallentamento dei processi amministrativi, difficoltà nella progettazione didattica, perdita di efficacia nella leadership educativa.
Il principio costituzionale del buon andamento della PA (art. 97 Cost.) non può essere garantito se le scuole restano senza una governance stabile. La priorità deve essere chiara: coprire il 100% dei posti disponibili.
Il dimensionamento: istituti “maxi” e autonomie ridotte
A peggiorare la situazione si aggiunge il dimensionamento scolastico, regolato dal Decreto-Legge n. 1/2025 e dal D.I. n. 127/2023, che fissano i criteri per la riorganizzazione della rete scolastica nell’ambito del PNRR.
Questo ha portato a una riduzione progressiva delle autonomie e alla nascita di istituti “maxi”, con migliaia di studenti distribuiti su più comuni e sedi lontane anche decine di chilometri.
Una scelta che, seppur motivata dall’efficienza, ha complicato la gestione e aumentato il carico di lavoro dei dirigenti. In queste condizioni, la reggenza non è solo un disagio: è un ostacolo strutturale alla qualità del servizio.
Idonei dopo i vincitori: una regola di merito
Il concorso ordinario 2023 ha prodotto vincitori e idonei. È giusto che gli idonei abbiano una prospettiva di assorbimento, ma il principio di merito impone che prima siano assunti i vincitori di concorso, come stabilito dalla normativa vigente. Gli idonei non hanno un diritto immediato all’immissione in ruolo, ma un interesse legittimo subordinato.
Allo stesso modo, i vincitori del concorso riservato (DM 107/2023) sono vincitori a pieno titolo e devono essere immessi in ruolo prima degli idonei dell’ordinario. Non si tratta di cambiare le regole, ma di applicarle correttamente: prima i vincitori, poi gli idonei.
Un’attesa che dura dal 2017
C’è un dato che non può essere ignorato: molti vincitori del riservato hanno superato il concorso straordinario dopo le criticità e i contenziosi del concorso ordinario del 2017. Otto anni di attesa sono un tempo inaccettabile: alcuni di loro sono prossimi alla pensione e rischiano di non vedere mai riconosciuto il merito acquisito. È una situazione paradossale che mina la fiducia nelle istituzioni e contraddice il principio di valorizzazione delle competenze.
La vera priorità: stabilità per le scuole
Il confronto tra graduatorie non deve trasformarsi in una guerra di posizione. La vera emergenza è superare il sistema delle reggenze, che mina la funzionalità delle scuole e la fiducia delle famiglie. Per questo, le proposte avanzate dai vincitori del riservato meritano attenzione:
Immissione in ruolo del 100% dei posti vacanti a partire dall’a.s. 2026/2027.
Rispetto dell’ordine di priorità: prima i vincitori di concorso (ordinario e riservato), poi gli idonei.
Introduzione di incarichi annuali di presidenza a tempo determinato, come previsto da diversi emendamenti presentati al senato e mai approvati, per garantire copertura immediata delle sedi.
Queste misure, oltre a tutelare il merito, rispondono a un’esigenza sistemica: ridurre le reggenze e assicurare una governance stabile alle scuole.
Conclusione: il merito al servizio della scuola
Il principio di legalità non è un concetto astratto, ma uno strumento per garantire buon andamento e imparzialità (art. 97 Cost.). Applicarlo significa rispettare le regole e interpretarle alla luce dell’interesse pubblico: in questo caso, la continuità educativa e la qualità del servizio scolastico. Non è una questione di “vincitori contro idonei”, ma di scuole contro reggenze. E su questo terreno, la priorità è chiara: assumere tutti i dirigenti necessari, nel rispetto delle graduatorie e delle quote, per restituire alla scuola italiana la stabilità che merita.