Disabilità a scuola, il caso Bergamo: senza insegnante di sostegno il diritto all'inclusione viene negato
A Bergamo, Andrea, 10 anni, è senza sostegno. Una denuncia sul diritto negato alla scuola inclusiva per i bambini con disabilità e le proposte urgenti.
Andrea, un bambino di 10 anni con una grave disabilità a scuola, non ha ancora l'insegnante di sostegno che gli spetta. Un ritardo inaccettabile che nega il suo diritto fondamentale all'istruzione e mette in luce le carenze del sistema scolastico nel tutelare gli alunni più fragili. Il comunicato stama CNDDU.
Bergamo, Andrea aspetta il sostegno: i bambini fragili meritano la scuola inclusiva
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione di Andrea, un bambino di 10 anni della provincia di Bergamo, alunno di quarta elementare, che al 20 settembre 2025 non ha ancora avuto assegnato l’insegnante di sostegno. Andrea ha una disabilità complessa: paralisi cerebrale infantile con grave ritardo motorio, deficit visivo e disabilità intellettiva grave. La sua condizione richiede un supporto continuo per la comunicazione, l’autonomia personale e le relazioni sociali. Nonostante l’educatrice e l’assistente alla comunicazione siano presenti, Andrea non riceve ancora tutte le ore di sostegno necessarie per partecipare pienamente alla vita scolastica.
Ogni ritardo non è solo un disservizio burocratico: significa negare il diritto all’istruzione inclusiva sancito dall’articolo 34 della Costituzione, dalla Legge 104/1992 e dalle più recenti disposizioni del Decreto Ministeriale n. 32/2025 e del Decreto Legislativo n. 62/2024. Queste norme dovrebbero garantire continuità e tempestività, ma troppo spesso restano parole sulla carta. La realtà di Andrea mostra come procedure lente e mancanza di pianificazione rendano concreta la frustrazione delle famiglie e l’esclusione dei bambini più vulnerabili.
Il CNDDU ritiene urgente un intervento strutturale. Si propone al Ministro Valditara di anticipare l’applicazione del Decreto Legislativo 62/2024 a livello nazionale, per garantire uniformità e rapidità negli accertamenti e nelle assegnazioni. Sarebbe necessario rendere vincolante il Decreto Ministeriale 32/2025, con conferme anticipate dei docenti di sostegno, così da assicurare continuità fin dal primo giorno di scuola. Si suggerisce inoltre di prevedere sanzioni per ritardi ingiustificati, rafforzare la formazione dei docenti e istituire un monitoraggio costante sull’efficacia delle misure adottate.
Il ritardo nell’assegnazione del sostegno ha conseguenze immediate e profonde: limita le possibilità di apprendimento, ostacola la costruzione di relazioni con i compagni e riduce le opportunità di crescita personale. Bambini come Andrea rischiano di vivere la scuola come un ambiente frammentario e non sicuro, invece che come un luogo di crescita e inclusione. Interventi concreti, tempestivi e coordinati possono invece garantire il diritto di ogni bambino a partecipare pienamente alla vita scolastica, sviluppando competenze, autonomie e relazioni sociali.
La vicenda di Andrea non è isolata. Ogni anno decine di bambini con disabilità affrontano ritardi simili, perdendo opportunità fondamentali per lo sviluppo delle autonomie, delle competenze e della socialità. La scuola deve diventare un luogo davvero inclusivo, in cui ogni alunno possa crescere, apprendere e sentirsi parte della comunità, senza ostacoli burocratici o ritardi ingiustificati.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita famiglie, istituzioni e operatori scolastici a lavorare insieme per rendere il diritto all’istruzione una realtà concreta, e non una promessa rimandata. Andrea e tanti bambini come lui meritano di essere ascoltati, rispettati e sostenuti ogni giorno.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU