Disabilità: prof umilia studente fragile
Tribunale di Monza conferma la censura a docente di educazione fisica per frasi e proposta di video umiliante a studente con disabilità, caso esemplare.
Un insegnante di scienze motorie è stato censurato per aver offerto denaro a uno studente con disabilità in cambio di un video dei suoi fallimenti sportivi. Il Tribunale di Monza, con sentenza n.1035/2025, ha confermato la sanzione disciplinare, sottolineando il rispetto dovuto agli studenti più fragili e i limiti del comportamento docente.
Frasi umilianti per alunno con disabilità e mancanza di valutazioni
La vicenda nasce da due episodi distinti che hanno portato alla contestazione disciplinare. Il primo riguarda un comportamento tenuto dal docente durante una lezione di educazione fisica: l’insegnante si era rivolto a uno studente della classe terza con frasi sarcastiche e offensive, proponendogli di realizzare un video dei suoi tentativi di salto in cambio di denaro.
Secondo la segnalazione dell’alunno, confermata dal padre, il professore aveva detto: “ti do 5 euro se mi fai fare un video dove provi a saltare in alto così che possa tirarmi su di morale quando sono triste” e, di fronte al rifiuto, aveva rilanciato: “se vuoi te ne do anche 10”, aggiungendo “devi togliere quella zavorra che hai addosso” riferendosi al peso corporeo del ragazzo. Il secondo addebito concerneva la gestione del registro elettronico, poiché il docente, a pentamestre quasi concluso, aveva inserito le valutazioni di un solo studente su tutta la classe, compromettendo la trasparenza e la tempestività delle verifiche.
Decisione del Tribunale: comportamento grave e antitetico ai fini didattici
Il Giudice del Lavoro ha ritenuto particolarmente grave il comportamento tenuto nei confronti dello studente, che presentava difficoltà motorie dovute al sovrappeso e un lieve ritardo mentale. La sentenza sottolinea come le frasi pronunciate fossero “oggettivamente antitetiche rispetto a qualsiasi fine tecnico o didattico” e offensive perché pronunciate davanti all’intera classe durante un esercizio per lui difficoltoso. Sul fronte del registro elettronico, il tribunale ha evidenziato come questa omissione compromettesse il diritto degli studenti a una valutazione trasparente e impedisse loro di “individuare i propri punti di forza e di debolezza”. Il docente, che in sede di audizione aveva parlato di “mero errore materiale”, non è riuscito a fornire prove concrete delle valutazioni mancanti, aggravando così la sua posizione disciplinare.
Sanzione proporzionata e condanna alle spese
La censura irrogata dalla dirigente scolastica, considerata la più lieve tra quelle previste dal codice disciplinare, è stata ritenuta proporzionata e rispettosa del principio di gradualità. La sentenza n.1035/2025 del 12 settembre scorso conferma quindi la legittimità della sanzione e rappresenta un monito sui confini del comportamento docente, soprattutto in presenza di studenti con disabilità. L’insegnante è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali per circa 3.000 euro, a conferma della responsabilità personale nella vicenda. Il caso riporta al centro il tema del rispetto dei più fragili a scuola e della necessità di garantire un ambiente educativo fondato sulla dignità di ogni studente, a prescindere dalle difficoltà motorie o cognitive.