Disoccupazione giovanile in Italia: dati e prospettive

Disoccupazione giovanile ed emigrazione segnano l’Italia. Giovani penalizzati da redditi bassi, scarsa istruzione e poche prospettive di crescita.

16 agosto 2025 19:32
Disoccupazione giovanile in Italia: dati e prospettive - Disoccupazione giovanile
Disoccupazione giovanile
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La disoccupazione giovanile resta un nodo critico per l’Italia nonostante la crescita dell’occupazione. Abbandono scolastico, bassa formazione, redditi precari ed emigrazione qualificata pesano sulle nuove generazioni, aggravando le disuguaglianze tra Nord e Sud.

Disoccupazione giovanile e precarietà

Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni si attesta al 19,2% (aprile 2025), con un calo minimo rispetto all’anno precedente. L’abbandono scolastico precoce coinvolge il 9,8% dei giovani, ma nel Mezzogiorno la quota sale al 12,4%. Preoccupante anche la percentuale dei NEET (15,2% nella fascia 15-19 anni).

La crescita dell’occupazione non ha favorito i giovani: l’80% dei nuovi posti nel 2024 è stato assorbito da over 50, mentre l’occupazione under-35 cala. Solo il 65,5% degli adulti tra 25 e 64 anni ha un diploma (contro l’80% UE) e appena il 21,6% possiede una laurea. Inoltre, il 29,5% dei giovani under-35 lavora con redditi bassi, ben oltre la media nazionale del 20%.

Emigrazione qualificata e squilibri demografici

Il fenomeno della fuga di cervelli accelera: nel 2023 oltre 21.000 laureati tra 25 e 34 anni hanno lasciato il Paese (+21,2% sul 2022), mentre i rientri restano limitati a 6.000 (-4,1%). La perdita netta di risorse qualificate supera le 16.000 unità annue, con quasi 97.000 giovani laureati emigrati nell’ultimo decennio.

Nel 2024 più di 93.000 italiani tra 18 e 39 anni hanno trasferito la residenza all’estero (+107,2% rispetto al 2014). Gli espatri complessivi (156.000) segnano +36,5% in un solo anno. Le motivazioni non riguardano solo il lavoro: solo il 25% parte per motivi occupazionali, mentre molti inseguono crescita formativa e personale.

Sul fronte demografico, l’indice di vecchiaia ha toccato quota 199,8 anziani ogni 100 giovani. La popolazione è scesa sotto i 59 milioni, mentre il 30% delle imprese rischia di subire l’impatto dell’invecchiamento di imprenditori e lavoratori. Persistono inoltre differenze territoriali marcate: meno della metà degli adulti possiede competenze digitali di base (45,8% contro il 55,5% UE), con gap più ampi nel Sud.

Sfide educative e prospettive future

La condizione dei giovani italiani è fortemente legata al livello di istruzione e alle competenze digitali, ancora inferiori alla media europea. Solo due adulti su tre hanno un diploma, mentre appena il 45,8% possiede abilità digitali di base, contro il 55,5% UE. Questo limite riduce la competitività e ostacola l’accesso a lavori qualificati.

Molti giovani indicano condizioni precise per un possibile rientro dall’estero: il 91,5% chiede salari competitivi, il 78% una reale valorizzazione del merito e il 71,2% concrete opportunità di crescita professionale. Senza un piano strutturato che unisca politiche occupazionali, riforma educativa e riduzione delle disparità territoriali, la disoccupazione giovanile rischia di consolidarsi come un problema cronico, aggravando la perdita di capitale umano e le sfide demografiche future.

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